Ieri parlavamo di comunitarismo come manifestazione concreta e palpabile, nel quotidiano, delle politiche nazional-sociali di uno Stato degno di questo nome. Oggi vediamo da vicino, per l’appunto, il socialismo nazionale, che dovrebbe essere la politica, non solo economica, atta a guidare i destini di un organismo statuale seriamente emanazione della sovranità popolare. Identità, autorità, sovranità, grazie ad un’entità politica nazionale, plasmata dall’etnia, che metta al primo posto gli interessi del popolo indigeno, nel nostro caso grande-lombardo. Parlando di socialismo, ovviamente, non intendiamo alcunché di marxista o neomarxista, bensì un sano collettivismo identitario modellato dal sangue, dal suolo e dallo spirito, e proprio per questo coniugato al nazionalismo (etnico, si capisce). L’istanza sociale deve essere l’interesse precipuo dello Stato, anche per il tramite di presidenzialismo, protezionismo, dirigismo e nazionalizzazione; è la teoria della terza via riproposta nell’oggi, e applicata all’etnostato lombardo che noi lombardisti abbiamo in mente. Certo, anche nel presente abbiamo a che fare con i sottoprodotti bastardi del comunismo e con il demone capitalista, due facce della stessa medaglia mondialista.
È la diuturna lotta del sangue contro l’oro, ma anche contro il progressismo, versione ancor più degenere del bolscevismo in quanto imbastardita dal liberismo. Nell’Europa contemporanea non ci confrontiamo più con il comunismo, morto e sepolto assieme alle altre grandi ideologie del Novecento, ma dobbiamo fare i conti con i veleni prodotti dalla Scuola di Francoforte, e dunque con tutti quei deteriori -ismi che conservano, comunque sia, la matrice che fu del marxismo e del bolscevismo. E poi ci sono il liberalismo, la dittatura del libero mercato, il libertarismo, quindi le derive individualiste, consumiste e capitaliste (sempre materialiste quanto l’arido socialismo di Marx) che pilotano questo corrotto Occidente a guida americana. E purtroppo tali ideologie sono vive più che mai e tiranneggiano la nostra esistenza di lombardi imprigionati dalla gabbia tricolore, colonia Usa-Nato. Il lombardesimo è una dottrina nazional-sociale, mettendo sangue-suolo-spirito in cima a tutto, e come logica conseguenza è una dottrina comunitarista nemica giurata di ogni feticismo per il danaro, il consumo, il progresso, laddove per quest’ultimo si intenda il culto di diritti umani e di diritti civili, che non sono altro che l’ipocrita maschera dell’imperialismo atlantico.
