Il pensiero lombardista ha un profondo rispetto per identità e tradizione, e va da sé che l’accezione di quest’ultima sia culturale ma anche spirituale. Pur promuovendo un robusto realismo, da noi chiamato etno-razionalismo, il lombardesimo sostiene la preservazione dell’eredità dei padri, che in senso spirituale è tanto gentile quanto cristiana (cattolica ambrosiana), e che è l’unica da mantenere e tramandare, nel quadro di un recupero identitario di credenze, usi e costumi, idee, folclore, abitudini. Non siamo certo confessionali, ci mancherebbe, ma siamo decisamente contrari alla presenza in Lombardia di culti estranei alla nostra tradizione, e questo anche perché tali credi sono quasi integralmente professati da genti allogene. Pensiamo ad ebraismo e islam, o ad altre pratiche cultuali esotiche (o sette), inevitabilmente recati nella Cisalpina da immigrati. Del resto, siamo fermamente convinti della necessità di custodire la tradizione a patto che non vada contro le sorti etno-razziali della nazione, che non intralci cioè il cammino politico lombardista, e per questo esprimiamo netta riprovazione nei confronti del Concilio Vaticano II, avendo rovinato e pervertito la Chiesa cattolica.
A questo proposito, carezziamo l’idea di una Chiesa nazionale granlombarda, ovviamente ambrosiana, che abbracci completamente l’ottica tradizionalista, rigettando ogni follia ecumenica, progressista e mondialista, accanto ad una riscoperta del paganesimo cisalpino; non possiamo certo negare il nostro retaggio romano-cristiano, ovviamente assieme a quello primevo precristiano (di ispirazione indoeuropea), ma deve essere chiaro che la religione non si debba immischiare in politica e debba, piuttosto, promuovere il patriottismo condannando il moderno andazzo pluralista (in casa nostra). Certamente – altro fatto importante -, la tradizione deve coniugarsi allo sviluppo positivo, prendendo quindi le distanze da bislacche fantasie anarco-primitiviste (anche per non risultare ipocriti), perché il benessere della comunità non è di per sé pernicioso. Ad essere pernicioso è il feticcio del benessere, l’edonismo, che è poi frutto dell’individualismo sfrenato e di quel materialismo che scolora nel campo zoologico, tanto è estremo e irrazionale. E la ragione deve, chiaramente, guidarci, preservando ogni aspetto schiettamente identitario del tradizionalismo. A patto, come già detto, che cultura e spiritualità non mettano i bastoni tra le ruote alla rivoluzione völkisch del lombardesimo.
