6) Cultura e tradizioni

Difesa della cultura, delle tradizioni, del carattere nazionale della Grande Lombardia, di quella “comunità di popolo” che costituisce il mastice di uno Stato per davvero sociale, patriottico e, dunque, comunitario. Va eliminato il pernicioso culto del fatturato caro a molti, troppi lombardi, che è la fonte di ogni masochismo antinazionale. La ricchezza della Lombardia è il frutto plurisecolare di una mentalità del lavoro spiccatamente continentale, ma l’identità sovrasta il danaro. E l’identità lombarda, come quella di ogni altro popolo, passa per sangue, suolo, spirito, e quest’ultimo è il risultato dell’incontro fra i primi due; lo spirito è la cultura, il carattere, la mentalità, i valori e i principi, ed è ciò che anima il sangue sublimando il dato biologico. L’etnia è un elemento fondamentale nell’ottica lombardista, in senso diciamo pure razziale, ma deve essere sublimata da un luminoso spirito che corrobori appieno l’identità della comunità, altrimenti ci si riduce a del materialismo zoologico di stampo positivistico. Se uno è lombardo di stirpe ma completamente obnubilato dai disvalori della società capitalista e dei consumi sarà ben poco utile alla causa etnonazionalista, e ai destini della patria cisalpina.

Il lombardesimo esalta, razionalmente, il sangue, perché non si può essere lombardi senza retaggio cisalpino, però mette in chiaro che il sangue ha bisogno del suolo patrio e della civiltà, dello spirito, dell’insieme delle manifestazioni spirituali e culturali della Grande Lombardia. Dobbiamo preservare la nostra identità anche in senso culturale, dobbiamo cioè salvaguardare lingua, usi e costumi, tradizioni, abitudini, carattere e mentalità naturalmente, inclinazioni, folclore, arti, cucina, tutti elementi che contribuiscono alla definizione di etnia lombarda e di gruppo etnoculturale granlombardo. L’etnia lombarda è il fulcro dell’areale padano-alpino, la stratificazione identitaria del popolo cisalpino erede di Celto-Liguri, Gallo-Romani e Longobardi; il gruppo etnoculturale granlombardo, invece, si allarga all’intera Padania e comprende tutte le genti accomunate da una cultura che è tramite fra Europa centrale e mediterranea. Genti relativamente omogenee e soprattutto compatibili, tra di esse, discendenti della civiltà celtica, gallo-romana e longobarda, e cioè galloromanza cisalpina. Non tutte sono lombarde nel medesimo grado – vista la storia – ma condividono quel retaggio peculiare che caratterizza la civilizzazione del territorio compreso tra Alpi e Appennino lombardo, e dal cuore padano.