7) Ripristino dei valori etici comunitari

L’uomo è un animale sociale che non può vivere da solo, e al pari di ogni altro essere vivente ha come obiettivo massimizzare nel lungo periodo la trasmissione di geni il più possibile simili ai propri. Per questo bisogna invertire la rotta del contemporaneo Occidente bloccando il dilagare di individualismo, disonestà, affarismo, corruzione e di tutte quelle derive egoistiche tipiche delle società capitaliste che minano le fondamenta della solidarietà comunitaria compromettendo, a lungo andare, il funzionamento e, dunque, l’equilibrio e il benessere di tutta la popolazione. L’interesse della comunità nazionale lombarda (intesa come insieme di individui accomunati da medesima etnia, lingua, cultura, territorio e storia) deve essere l’obiettivo fondamentale e generale delle attività del settore pubblico, partendo dal presupposto che l’etnicità è l’elemento imprescindibile della patria e, di conseguenza, di uno Stato degno di questo nome. Le analisi genetiche fanno ritenere che la giusta scala di aggregazione sociale sia quella della razza; nella realtà entrano in gioco, tuttavia, altre variabili, perché noi siamo anche l’ambiente in cui viviamo e le informazioni non biologiche che abbiamo collettivamente ereditato. Fermo restando che, sia geneticamente che fisicamente, vi sono ben note differenze anche a livello di sottorazze.

L’individualismo è, dunque, nemico dei destini della nazione che solo abbracciando uno spirito comunitarista può porsi al riparo dai mortali rischi rappresentati dalla degenerazione del pensiero liberale (già di per sé un cancro) che cagiona egoismo, opportunismo e decadimento edonista su vasta scala. Il connubio nazionale e sociale è garanzia di successo per l’intera collettività lombarda, troppo spesso vittima – a livelli quasi patologici – delle seduzioni dell’arido profitto. L’evidenza empirica ha difatti dimostrato che, se in un contesto espansivo sono i comportamenti competitivi che generalmente favoriscono il successo e lo sviluppo della specie, nei contesti non espansivi (quali quelli cui siamo giunti, visto che abbiamo anche superato la capacità dell’ecosistema di sostenerci) sono i comportamenti cooperativi che generalmente favoriscono il successo. L’idea lombardista (molto centrata su ragione e natura), in materia di sistema sociopolitico, è quella di un’entità – un etnostato – che sappia regolamentare la vita comunitaria su principi di cooperazione e solidarietà, per l’appunto, in nome del senso d’appartenenza etnoculturale: senza di esso i legami sociali verrebbero meno, lasciando il posto alla disgregazione operata da fenomeni migratori, meticciato e società multirazziale.

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