Bisogna urgentemente porre fine alla contrapposizione dei sessi (che sono solo due e coincidono coi due generi) creata dal femminismo, perché sta portando seriamente la società occidentale al collasso socioculturale. Uomini e donne hanno, per natura, indoli, mentalità , predisposizioni e ambizioni differenti; cercare di uniformarle è del tutto controproducente. Il femminismo si spaccia per movimento d’opinione schierato dalla parte delle donne, ma questa è soltanto una miserevole menzogna. Esso, infatti, è il vero nemico del gentil sesso, poiché mira alla disgregazione della comunità riempiendo i crani delle donne di spazzatura liberal, progressista e relativista. La vera libertà della donna sta nella tradizione, e oserei dire anche nella società patriarcale: il rispetto degli innati ruoli di maschile e femminile è alla base dell’armonia comunitaria, oggi sempre più minacciata dai veleni propagandati dal pensiero unico e dagli abomini iridati. Ciò non significa bramare un modello da fondamentalismo islamico, oppure auspicare un ritorno a tempi ormai andati, ma semplicemente recuperare la reale identità sessuale e comprendere come sia la stessa natura a distinguere tra maschi e femmine, e non solo in chiave meramente genitale.
Non esistono un sesso superiore ed uno inferiore, perché uomo e donna sono diversi e complementari, e hanno pari dignità . L’uomo, per natura e cultura, per la civiltà medesima, è portato a determinati compiti, e così la donna, il che non equivale a mettere il primo su di un piedistallo e relegare la seconda a umili mansioni. Piuttosto, è il contemporaneo sistema occidentale, eretto su bestialità neomarxiste, che vuole spacciare per degrado e disagio la femminilità tradizionale, la maternità , la saviezza, la fedeltà all’uomo e quella necessaria obbedienza ai valori immortali della patria, del sacro, della famiglia. Insomma, è la moderna temperie pseudoculturale che dipinge a tinte fosche il ruolo muliebre tramandato nei secoli dalla nostra civiltà , come se essere mogli, madri e ancelle della nazione fosse qualcosa di perverso e degradante, un handicap. La donna è libera di fare ciò che vuole, come l’uomo, a patto che essa non si tramuti in un attentatore suicida che faccia a pezzi e trascini nel fango i principi più cari ad una comunità di popolo degna di questo nome. E lo stesso discorso vale per i maschi, a maggior ragione, essendo chiamati, oltretutto, ad essere assennate guide delle femmine, in determinati contesti. Se manca il rispetto per natura e tradizione scoppia il caos, a tutto vantaggio degli agenti internazionalisti nemici della civiltà europea.
