15) Bandiera, stemma e inno

Adozione delle Croci padano-alpine (Sangiorgio e Sangiovanni), unite allo Swastika camuno, quale bandiera nazionale e del Ducale visconteo (Biscione e Aquila imperiale) quale stemma nazionale. Per i pregevoli richiami alla nostra patria, l’inno migliore per la Grande Lombardia è il brano O Signore, dal tetto natio, tratto dall’opera I Lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi, ovviamente tradotto in milanese classico volgare emendato. La simbologia lombardista offre spunti molto interessanti per poter rappresentare al meglio la nostra nazione, e il suo Stato, lasciandosi così alle spalle il piattume astorico e anti-identitario italiano. I simboli lombardi sono potentissimi e meritano la giusta riscoperta e valorizzazione, senza inventarsi a tavolino soluzioni prive di ragione, storia e identità. La Croce di San Giorgio, emblema guelfo, simboleggia la secolare anima comunale delle Lombardie, nonché la Lega Lombarda e città di primissimo piano quali la capitale Milano, Genova, Bologna, Padova e molte altre; la Croce di San Giovanni Battista, simbolo ghibellino, incarna icasticamente il prestigio imperiale, ed è insegna di altrettante città quali la capitale morale Pavia, Como, Novara, Lugano e così via.

Le Croci granlombarde sono un tipico esempio di simbologia e vessillologia cisalpine, unite al classico cromatismo nostrano bianco-rosso, perché insegna di una moltitudine di comuni padani. Ad esse uniremmo più che volentieri il citato Swastika camuno, simbolo del lombardesimo, in quanto riflesso delle nostre radici indoeuropee, basato su plurimillenari petroglifi della Val Camonica. Il Ducale visconteo è, invece, il miglior stemma perché unisce le due identità storiche granlombarde, nazionale ed imperiale (cioè europea, segnatamente gallo-teutonica, centrale), riecheggiando il potentato milanese dei Visconti e la dimensione del Sacro Romano Impero, cui la Lombardia ha sempre appartenuto. Il Biscione è emblema etnico del popolo lombardo, e deve assumere dimensione panlombarda. Ci sarebbero altri simboli gloriosi da citare: la Scrofa semilanuta insubrica, il Sole delle Alpi celto-ligure (e anche longobardo), il Leone di San Marco e poi tutti gli altri vessilli e stemmi locali, rivestiti di splendente concretezza e antichità e preferibili a qualsiasi trovata alla tricolore. E per quanto concerne l’inno nazionale, lasciateci dire che il capolavoro del Verdi menzionato sarebbe la soluzione ideale, migliore anche del Va, pensiero, che sa un po’ troppo di giudaismo.