Sarebbe auspicabile una riforma dell’Unione Europea che la trasformi da mera accozzaglia di Stati autoreferenti, gravitanti attorno a Francia e Germania contemporanee, a vera e propria confederazione di popoli, di vere nazioni, che possano collaborare tra di loro per difendersi dalle ingerenze esterne e affrontare le sfide poste dagli altri continenti. Nel caso ciò non sia possibile – ed è estremamente probabile che non lo sia – meglio abbandonare senz’altro la Ue piuttosto che rimanere pedine al servizio dei tecnocrati di Bruxelles. Il lombardesimo crede nell’Europa come grande famiglia di genti europidi, non come ammucchiata di entità senza nazione tenute assieme dall’idolatria per l’alta finanza, e dal culto per le fantomatiche radici illuministe del nostro continente. In questo senso guardiamo alla Russia, non oltreoceano, perché anch’essa parte dell’Europa (almeno fino agli Urali), e perché imprescindibile alleato al fine di dare vita ad un formidabile consorzio imperiale euro-siberiano che inglobi tutta la Federazione Russa. Naturalmente Mosca deve abbandonare la visione asiatista e concentrarsi sulla razza bianca, sentendosi appieno Europa. Va altresì detto che la Lombardia etnonazionalista deve farsi promotrice di questo salutare cameratismo razziale, badando anzitutto alla sua dimensione naturale, che riguarda le realtà dell’arco alpino.
La Grande Lombardia, ad ogni modo, ha il dovere di uscire da ogni ente sovranazionale mondialista e da qualsiasi organo cosmopolitico nemico della sovranità popolare ed economica delle nazioni europee, a partire da Ue, Nato, Onu. Contestualmente, i lombardi devono espellere banche internazionali, multinazionali e lobby, abbandonando oltretutto il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. La Lombardia è parte del cuore dell’Europa, e cioè dell’ambito continentale celto-germanico (o gallo-teutonico), nonché terminale meridionale della cosiddetta Banana blu¹; questo fulcro, anche etno-razziale, europeo ricorda l’Europa carolingia e il Sacro Romano Impero e va da sé che abbia tutte le carte in regola per costituire la classe dirigente, il cervello, dell’Euro-Siberia. Il baraccone blu-stellato del Benelux va sostituito da una confederazione di popoli che si regga sulla civiltà imperiale del nostro continente, sui valori immortali di identità e tradizione, sulla sacrale triade di sangue-suolo-spirito. Lo spazio euro-siberiano sarebbe, così, una sterminata famiglia europide (la subspecies è sempre fondamentale) avente il necessario peso geopolitico e la basilare autarchia sulle materie prime e sui componenti per le tecnologie di produzione dell’energia.
¹ Per chi non lo sapesse, dorsale di sviluppo demografico ed economico dell’Europa occidentale, in gergo giornalistico.

Quali sarebbero le altre nazioni che farebbero parte della Gallo-Teutonia?
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Occitania, Arpitania, Francia, Bretagna (dunque l’attuale Francia con la Vallonia e la Romandia), Olanda, Alemannia, Bavaria, Sassonia (dunque la Germania in senso etno-storico, con Germania attuale, Paesi Bassi, Fiandre, Lussemburgo, Alsazia, Lorena, Svizzera tedesca e retica, Austria, Liechtenstein).
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