18) Irredentismo granlombardo

A seguito di diverse vicissitudini storiche, purtroppo alcuni dei territori granlombardi sono oggigiorno sotto il governo di entità straniere (fermo restando che anche la Repubblica Italiana è un’entità straniera, si capisce). Per tale ragione è necessario lavorare affinché vengano restituite alla loro madrepatria le seguenti terre: Moncenisio, Valle Stretta, Monginevro, Nizzardo, Briga e Tenda (sotto la Repubblica Francese), che ricadono nell’ambito piemontese e ligure; Montecarlo (MC), areale ligure; Sempione, Canton Ticino, Mesolcina, Val Bregaglia, Val Poschiavo, Val Monastero (sotto la Confederazione Elvetica), che fanno parte del dominio insubrico, orobico e tirolese primigenio, cioè retico cisalpino; Goriziano, Litorale, Carso, parte della Carniola interna (sotto la Repubblica di Slovenia), che ricadono nell’ambito giuliano così come Istria, Fiume e Quarnaro (sotto la Repubblica di Croazia); San Marino (RSM). Sono tutti territori geograficamente cisalpini, anzitutto, parte integrante del quadro padano-alpino che va dal fiume Varo al Monte Nevoso e dal San Gottardo al fiume Misa.

Hanno, inoltre, un carattere etnico primigenio granlombardo, anche se in taluni casi quasi del tutto sommerso dall’elemento etnico più recente. Sul versante occidentale, il dato ligure (o piemontese) si mescola con quello arpitano e, soprattutto, occitanico, subendo altresì la francesizzazione; sul versante centrale, persiste l’elemento indigeno insubrico-orobico, così come quello romancio (che, a ben vedere, appartiene etnolinguisticamente alla Cisalpina, anche se in parte distribuito su territori transalpini); infine, sull’orientale, elementi friulani e veneti sopravvivono alla pressione, che ormai è predominanza, dell’elemento slavo, contando soprattutto sul venetismo coloniale, e sullo sparuto idioma istrioto. San Marino è, ovviamente, un frammento di Romagna, per quanto indipendente, e ad essa va ricongiunto. Queste terre appartengono, oggi, a potentati stranieri, ma la madrepatria granlombarda non se la passa meglio, essendo sotto la Repubblica Italiana, espressione statuale di una nazione inesistente. Quindi l’irredentismo granlombardo, e panlombardo, deve anzitutto passare per la liberazione del grosso della Grande Lombardia, per poi puntare ad un’azione diplomatica che riporti i territori summenzionati nella sfera nazionale e politica cisalpina.

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