20) Rapporti con gli altri continenti

Partendo dal presupposto che il lombardesimo ha un’ottica euro-siberiana, mirata cioè alla creazione di un grande consesso confederale, imperiale, che raduni tutti i popoli europidi indigeni, dalla Galizia iberica a Vladivostok, si fa strada la questione dei rapporti con le realtà extraeuropee, a partire da quelle di retaggio indoeuropeo. La dottrina lombardista propugna un cameratismo etno-razziale volto alla difesa degli interessi comunitari delle genti bianche autoctone, pensando, per l’appunto, alla sterminata famiglia “eurussa”; al contempo, si sostiene la necessità di una sana collaborazione con il resto del mondo e dei Paesi emergenti, affinché gli vengano imposte eque condizioni di competizione economica (diritti dei lavoratori, inquinamento, uso delle risorse ecc.) e, considerata la massiccia sovrappopolazione del pianeta, la promozione di una perentoria politica di controllo delle nascite, anche nelle terre esotiche. Anche, esatto, perché un razionale orientamento demografico deve partire dall’Europa, affinché vi sia un salutare sviluppo eco- ed etno-sostenibile, unito ad un’intensa opera di respingimenti e rimpatri.

La posizione di Sizzi in materia di rapporti Europa-resto del globo è sicuramente più dura, rispetto a quella di altri lombardisti. Egli propone: fine dell’imperialismo atlanto-americano; salvaguardia del lignaggio caucasoide bianco sparso per la terra; isolazionismo nei riguardi del terzo mondo e delle aggressive economie emergenti (anche per scopi sanitari); condanna di sionismo ed internazionalismo, laddove il primo sia fiancheggiamento e giustificazione dell’esistenza dello Stato di Israele (auspicabile, anzi, è il costante flusso ebraico verso il Medio Oriente) e il secondo un ecumenismo politico prostrato di fronte al feticcio dell’umanitarismo; smantellamento delle basi atlantiste su suolo lombardo e cacciata dell’invasore americano (e del suo ascaro italico); gestione autarchica delle emergenze sanitarie. Fondamentalmente si è concordi su questi punti, ma in taluni tende a prevalere il pragmatismo. Ciò che è certo è che l’interesse nazionale della Lombardia viene prima di ogni cosa, e di conseguenza tutto quello che rappresenta un pericolo per la sicurezza, il benessere e l’equilibrio della nostra terra va combattuto.