Riforma del mercato, e del mercato del lavoro, e lotta alla ricchezza parassitaria favorita dal capitalismo; fine della speculazione internazionale e abolizione di certi strumenti finanziari (come i derivati); equiparazione della tassazione sulle rendite finanziarie a quella sul reddito da lavoro; inserimento di strumenti redistributivi che consentano a tutti di esprimere le proprie capacità . La crescita economica illimitata, obiettivo fondamentale dell’economia moderna capitalista per la maggioranza degli economisti, è in palese contraddizione con le leggi fondamentali della natura poiché è impossibile crescere infinitamente in un pianeta dalle dimensioni finite. Il sistema individualistico capitalista è poi un sistema profondamente ingiusto che ha portato all’accumulazione della larghissima parte della ricchezza nelle mani di pochissimi; ha permesso lo sviluppo di una società moralmente degenerata; ha imposto il consumismo esasperato (naturalmente nel cosiddetto mondo occidentale); ha condotto alla distruzione di importanti ecosistemi e di significativi elementi di biodiversità ecc.; recherà , nel medio-lungo periodo, a gravissimi problemi di stabilità sociale, politica, economica e ambientale.
Alla luce di tutto ciò, l’unico sistema socioeconomico al contempo etico e sostenibile nel lungo periodo è di conseguenza il comunitarismo, preziosissimo strumento del socialismo declinato in senso nazionale: un organismo, anche ideologico-politico, che si basa sulla solidarietà e sulla collaborazione tra i suoi membri e non sulla competizione tra di loro; sul benessere della comunità e non solo su quello di alcuni; sul miglioramento della qualità della vita e non sull’aumento delle transazioni commerciali; sulla simbiosi con la natura e non sul tentativo effimero di dominio su di essa, ecc. Il cambiamento dei principi etici è quindi fondamentale perché implica l’abbandono di tutti quei disvalori tipicamente occidentali che hanno affossato la nostra società , rendendola altamente corrotta e malata. L’implementazione del comunitarismo dovrà passare per il tramite di un’accurata riforma del mercato, come abbiamo visto in apertura: in particolare, è necessario bloccare il concentramento delle ricchezze e delle risorse nelle mani di pochissimi pescecani, fermando una volta per tutte l’orgia finanziocratica internazionale (e apolide).
