41) Energia

Combinazione di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e sostenibili (non semplicemente alternative, come gli scisti bituminosi) e riduzione degli sprechi e delle inefficienze del consumo. No al nucleare a fissione e al ritorno al carbone: soluzioni effimere (vedi penuria di uranio) e dall’impatto ambientale devastante (vedi problema, tuttora irrisolto, della gestione delle scorie radioattive). Il superamento del picco di estrazione del petrolio, seguito dal picco di estrazione del gas naturale, saranno un problema concreto, negli anni a venire. Quest’ultima questione, cioè il superamento dei picchi di estrazione di petrolio e gas, per il momento potrebbe sembrare una problematica di poco momento, ai più, ma a breve rischia di divenire il principale problema che l’umanità dovrà affrontare, dando vita ad una crisi politica ed economica mai vista prima. La soluzione dell’energia nucleare, oltre che pericolosa, è poco concreta, poiché le riserve di uranio sono sufficienti giusto per qualche decennio. E l’ipotizzato ritorno al carbone, propugnato da alcuni soggetti squinternati, potrebbe sicuramente garantire energia per un secolo o due ma avrebbe un impatto ambientale, come ricordato, a dir poco devastante.

Qualcheduno potrebbe avere da ridire, obiettando che il ripudio del nucleare (di tanto in tanto si parla di nucleare ecologico e “pulito”, ma resta la grana delle scorie) ci farebbe dipendere dagli stranieri, come già accade alla Repubblica Italiana, ponendo una questione di sovranità energetica. Noi rispondiamo che, in teoria, col fotovoltaico, le biomasse e la riduzione della popolazione presente sul territorio granlombardo – mediante rimpatri degli allogeni e una decrescita ragionata, che ponga rimedio alla sovrappopolazione cisalpina senza, naturalmente, arrivare ad una drastica denatalità indigena – avremmo autarchia energetica; certamente, rimane il fatto che, attualmente, non abbiamo autarchia sulle materie prime o sui componenti per le tecnologie di produzione dell’energia. In questo senso conviene pensare, come già abbiamo più volte rammentato, all’Euro-Siberia, e cioè allo sterminato spazio intercontinentale destinato alla vitalità e alla prosperità della razza europide, che ci consentirebbe di avere sufficiente peso geopolitico e l’agognata sovranità autarchica sulle materie prime. Il tutto garantendo anche benessere alimentare e superficie adeguata di aree selvagge destinate alla biodiversità, ricchezza di cui abbiamo immensamente bisogno.