La stretta attualità bellica, circa il conflitto Russia-Ucraina, impone una doverosa riflessione sulla Russia stessa, per come viene inquadrata nell’ottica lombardista. Siamo, ovviamente, lontani anni luce dalla considerazione che l’Occidente ha dell’Orso euro-siberiano, ma ciò non significa nemmeno glorificare senza se e senza ma la Federazione Russa governata da Putin. Abbiamo dunque un punto di vista critico, per quanto chiaramente smarcato dal pensiero comune occidentale, fermo restando che la Russia appartiene indubbiamente al dominio europeo, quantomeno sino agli Urali. C’è però da dire che la nazione russa, più che una nazione, sia effettivamente un impero, con tutti i difetti e le magagne che riguardano un’entità “imperiale”.
I russi sono europei, ovviamente ci riferiamo ai russi etnici non rimescolati. Sono strettamente apparentati con le altre Russie: la Russia Bianca (Bielorussia) e la Piccola Russia (Ucraina/Rutenia). Esiste dunque una realtà etnoculturale russa, in senso allargato, che riguarda tutti coloro che possono dirsi eredi della Rus’ medievale e che, chiaramente, appartengono alla sfera della Slavia orientale. Come lombardisti riconosciamo l’esistenza delle Russie ma siamo per un’ovvia suddivisione nazionale: Russia moscovita, Russia ucraina, Russia di Minsk. E il rispetto delle relative nazionalità è fondamentale, perché condanniamo quelle ammucchiate che comportano l’oblio dell’identità etnoculturale e nazionale. Probabilmente la Russia putiniana ha in non cale questi aspetti, e in effetti si proietta più verso oriente che verso occidente, ignorando, se non calpestando, i vincoli di sangue.
Ma questa situazione è anche il frutto della geopolitica unipolare americana. Putin, per sfuggire al cappio dell’imperialismo americano, che a suo tempo condannò uno Eltsin, cerca nel multipolarismo un’opzione che dia voce e spazio agli altri grandi potentati del mondo, complice anche l’Europa ridotta ad Unione Europea e a terra occupata da Usa e Nato. È chiaro, ed è sotto gli occhi di tutti: a Vladimir poco importa della razza europide e delle sue etnie e nazionalità, essendo la Russia quasi condannata a quella mentalità a suo modo imperialista che già fu dell’Impero russo e dell’Unione Sovietica.
Ma noi dobbiamo ragionare diversamente, pur non condividendo le velenose balle russofobe diffuse e alimentate dai mortali nemici di Mosca. Noi lombardisti crediamo fortemente nell’Euro-Siberia, che naturalmente includa la Russia ma che, finalmente, sia votata, come confederazione continentale di genti bianche, alla preservazione, alla salvaguardia e all’autoaffermazione delle vere nazioni europee, tra cui la Lombardia. Niente più unipolarismo a guida statunitense, e al contempo niente più multipolarismo che vituperi l’essenza razziale dei popoli, andando così involontariamente (?) ad accrescere un patetico antifascismo che confonde il nazionalsocialismo con il neonazismo d’accatto.
Putin è certamente un gigante attorniato da nanerottoli (i governanti occidentali), ma la sua Russia non è la miglior Russia possibile, e lo si dica senza strizzare l’occhio alla propaganda euro-atlanto-americana. La miglior nazione moscovita possibile è quella che contribuisca alla causa euro-siberiana, promuovendo un salutare cameratismo europide volto all’affermazione, anche biologica, della nostra civiltà. Una civiltà che esclude il degrado d’oltreoceano, confermandosi altamente tradizionalista, ma anche il multiculturalismo e il multietnicismo (a tratti con sfumature financo razziali) dell’attuale Federazione Russa. Siamo per l’Euro-Siberia, non per l’Eurasia – concetto inevitabilmente multirazziale – e in questo senso le minoranze non europidi non vengono contemplate. Forse è utopico, ma Mosca dovrebbe abbracciare tale progetto, riscoprendosi Europa e parte fondamentale della nostra stessa civilizzazione.
