Come sapete, di recente, sono tornato sulle posizioni primigenie del lombardesimo, in materia di religiosità e spiritualità , per riabbracciare integralmente la dottrina da me fondata e lanciata. La mia posizione è stata, per una decina di anni (2009-2019), intransigente e volta alla condanna della presenza cristiana – e abramitica in genere – in Europa, per una questione di radicalità , coerenza, razionalità ; io nasco cattolico praticante, con una forte formazione religiosa alle spalle, ma il primo distacco dal mondo clericale risale proprio al 2009, per poi essere riproposto negli ultimissimi tempi. In mezzo un periodo di un lustro in cui ho cercato un compromesso tra l’identità spirituale gentile e cristiana, in nome dei nostri avi.
Come potete leggere in questi due articoli (qui e qui), al pari di altri pezzi ideologici circa il lombardesimo, che non sto a riproporre ma che vanno reinterpretati – unicamente per quanto concerne il tema metafisico e religioso – alla luce della nuova svolta, ho tentato di conciliare la gentilità con il cristianesimo cattolico, arrivando anche a suggerire l’idea e il progetto di una Chiesa nazionale granlombarda pagano-cattolica che potesse rappresentare al meglio le due anime storiche della Cisalpina. Un disegno che potrebbe anche essere conservato (avrò modo di riparlarne) ma che rischia di inasprire i conflitti, invece di sanarli, creandoli pure ex novo. Ad ogni buon conto il lombardesimo “cristiano” del Sizzi viene consegnato alla storia, e si rivive a pieni polmoni la giovinezza, soltanto sopita o edulcorata, del pensiero lombardista radicale.
Tra l’estate del 2019 e la primavera del 2024 ho dunque intrapreso un percorso che mirasse a preservare gli elementi indoeuropei del cristianesimo, esaltando quindi il retaggio ariano dei nostri padri, facendo comunque comprendere come la religione sia fatto del tutto secondario. Ultimamente mi sto occupando approfonditamente della questione, proprio per spiegare al meglio la svolta (che, dopotutto, è soltanto un ritorno alle posizioni originali del lombardesimo) e per contestualizzarla nel più vasto ambito dell’ideologia lombardista. So che diversi identitari e tradizionalisti pongono molta enfasi sul discorso spirituale e, alla luce di questo, ho deciso di dedicare diversi scritti alla tematica in oggetto, proponendoli al soledì.
L’intervento odierno, invece, vuole cercare di chiarire ulteriormente le ragioni del ritorno alle posizioni primeve, necessarie al fine di riprendere in toto la rivoluzione lombardista, una rivoluzione davvero originale ed inedita grazie anche all’approccio circa spiritualità e religiosità . Va detto che il lombardesimo esalta sangue, suolo e spirito, dove il terzo elemento rappresenta il dato umanistico della civiltà lombarda: cultura, mentalità , carattere, lingua, identità , tradizione e così via. L’identità lombarda è anche cattolica, certo, e il rispetto pei nostri avi è fuori discussione. Ma il rispetto, appunto, va agli avi, non alla loro fede, perché i nostri stessi antenati sono parimenti morti per delle guerre italiane: insomma, si onorano i caduti, non le idee scellerate che li hanno mandati a morire invano. Stesso discorso per il cattolicesimo.
I culti davvero tradizionali dell’Europa riguardano il paganesimo, nel nostro caso primariamente celtico, gallo-romano, longobardo (ma anche ligure, etrusco, venetico). Sappiamo bene che, oggi, il paganesimo sia più che altro una mascherata senza solide basi, ma le nostre simpatie in materia religiosa non possono che andare ad esso, piuttosto che alla Chiesa. Questo per dire una cosa ben precisa: il lombardesimo reputa la religione fatto secondario, e lungi da noi l’idea di dividere i lombardi per questioni dopotutto futili come il credo religioso (noi ci basiamo molto su ragione e scienza, liquidando la metafisica alla stregua di vecchiume inerte); tuttavia, per ragioni di coerenza e identità indoeuropea, le uniche forme di religiosità tollerabili possono essere soltanto gentili.
Qualcuno, come feci io negli scorsi anni, potrebbe venirmi a dire che il cattolicesimo è intriso di elementi pagani, che la figura di Cristo è solare, che non esistono radici giudeo-cristiane e che il cristianesimo è un prodotto europeo. Ma, signori miei, se dobbiamo tollerare il cattolicesimo soltanto per via di elementi di origine gentile, parassitati dalla Chiesa, non facciamo prima a ripristinare i veri culti tradizionali dell’Europa? Vero, il cattolicesimo ha una tradizione che dura intatta da circa 2.000 anni, ma resta un corpo estraneo, per quanto rivestito di nobili vesti ariane, oggi per di più avvelenato in senso cosmopolita e relativista dal Concilio Vaticano II, allineandolo al degrado globalista. Cristo, se esistito, era certo ebreo, non cisalpino, e si è manifestato agli Ebrei, non ai Celti golasecchiani; il suo Dio è il dio dei Giudei e non sarebbe esistito cristianesimo senza mondo giudaico.
Anche io, negli ultimi 5 anni, ho fatto acrobazie e salti mortali per tentare una conciliazione tra schietto identitarismo europeo e monoteismo abramitico, nella fattispecie cristiano, epperò alla lunga si rivela opera sterile e del tutto inutile. Per questo il lombardesimo ripropone la visione anticristiana degli esordi, dove ‘anticristiana’ sta ad indicare la contrapposizione ai valori del cristianesimo, alle origini e alla natura del cristianesimo, e alla vocazione universalista di questo credo religioso. Un identitario völkisch serio, razionale e coerente non può sposare la causa del culto diversamente ebraico cristiano, per quanto possa anche lasciare aperta la porta agli identitari lombardi, nel nostro caso, cattolici. Le guerre di religione tra fratelli sarebbero davvero una sciagura.
La linea lombardista, in materia filosofica e spirituale, è etno-razionalista, il che significa ragione, scienza, logica, laicità diciamo pure in senso ateo o agnostico. Ma va da sé che l’irreligiosità lombardista non abbia nulla a che vedere col variopinto mondo del disagio liberal, progressista, e che rigetti del tutto Illuminismo, giacobinismo, massoneria. Non sta scritto da nessuna parte che un etnonazionalista non possa essere serio identitario e tradizionalista se ateo o agnostico. Anzi, io credo che la religione non serva più a nulla, soprattutto se desertica, per difendere e preservare coerentemente sangue, suolo, spirito. Dio, cioè un prodotto culturale della mente umana, rischia soltanto di essere un intralcio ai fini politici e comunitari, pertanto lasciamolo stare. Le battaglie identitarie del lombardesimo si combattono in nome della nostra vera e unica patria, che è la Lombardia, il bene più prezioso che abbiamo.
Non siamo dei fanatici o dei fondamentalisti atei che intendono perseguitare i cristiani (figuriamoci!), oppure scristianizzare una società , peraltro già scristianizzata e secolarizzata, che rischia di finire dalla padella alla brace colmando il vuoto lasciato dalla Chiesa con la spazzatura modernista. Ma vogliamo essere un faro che nel segno dei padri indoeuropei e della loro identità marca una distanza netta dalla classica destra reazionaria e feudale innamorata di trono e altare, che troppo spesso scivola nel ridicolo di un cristianesimo politicizzato dalle mille contraddizioni (si può essere cristiani e nazionalisti/razzisti/antisemiti senza far ridere i polli?). La nostra idea di tradizionalismo non riguarda sacrestie e madonne, riguarda la società patriarcale, virile e guerriera degli Arii, a difesa della famiglia naturale, dell’eterosessualità , dell’endogamia e dei legami monogamici. E infatti, per noi, gli Indoeuropei sono tutto, anche da un punto di vista spirituale.
E se da un lato preferiamo confinare la spiritualità e la religione ad un ambito del tutto secondario, dall’altro simpatizziamo culturalmente per la gentilità , perché le vere radici del nostro continente sono pagane, in senso celeste, solare, uranico. E la gentilità , quella vera, non è paccottiglia wicca o new age, è la vera tradizione dei nostri padri, nonostante che l’Europa sia stata narcotizzata da secoli di cristianizzazione. Lasciamo perciò perdere il cristianesimo, così come giudaismo e islam ovviamente, e concentriamoci sull’etno-razionalismo e sull’eredità culturale e spirituale ariana. E se proprio di religione si deve parlare apriamo all’ipotesi di una versione di Chiesa nazionale ambrosiana trasmutata in qualcosa di schiettamente gentile, affinché i bisogni spirituali dei lombardi possano venir soddisfatti senza andare a discapito della comunità nazionale cisalpina. Perché il cristianesimo, anche cattolico, coerente è nemico dell’identità etnica e razziale dei popoli, per via del feticcio egualitarista che lo accosta a marxismo, bolscevismo e mondialismo, tutti prodotti, come il cristianesimo stesso, di fattura ebraica.
