La triade sacrale del lombardesimo è costituita da sangue, suolo, spirito: il sangue del popolo, il suolo patrio, lo spirito inteso come luminoso insieme di caratteristiche culturali e civili peculiari della nazione lombarda. E lo spirito nasce dall’unione di sangue e suolo, proprio perché esso è il frutto storico del sedimentarsi di identità e tradizione, che rappresenta l’ossatura caratteriale e mentale della nostra gente. Come Paolo Sizzi, e come lombardista, non do allo spirito connotazioni religiose o trascendentali, quindi metafisiche; lo spirito non è la parte più elevata e nobile dell’anima (che non esiste, cristianamente parlando) e non è emanazione di un’inesistente divinità : è quell’elemento direi umanistico, nonché poetico e romantico, che contraddistingue un individuo e, soprattutto, una nazione e dunque è qualcosa di collettivo che costituisce l’energia vitale della comunità . Non serve scomodare religione e spiritualità per definire lo spirito lombardista, perché esso è semplicemente la linfa, certo basilare, fonte di cultura, di civiltà , di arte, letteratura, tradizioni, folclore. Può essere pertanto concepito, senza problemi, in termini razionali, materiali, reali, lasciando perdere le divagazioni mitiche e religiose.
Senza spirito, è chiaro, il sangue rischia di restare un mero fluido e il suolo viene devastato dalla barbarie capitalistica. Il sangue stesso viene calpestato perché banalizzato, rimescolato e liquidato come inerte dato biologico, quando invece è il tramite fra noi e i nostri padri. Lo spirito è fondamentale laddove venga inteso come forza vitale che anima l’individuo e la sua comunità nazionale e gli garantisce, perciò, di difendere risolutamente la propria identità . Un’identità che è sangue, cioè etnia e razza, e suolo, cioè patria e territorio, e che passa eziandio per la tradizione incarnata da patriarcato, eterosessualità , endogamia, rispetto degli innati ruoli di maschile e femminile, prole biologica, lotta alle devianze della modernità . Valori e principi che possiamo tranquillamente definire sacri, in quanto inviolabili, ma che non abbisognano di una giustificazione religiosa, essendo la religione – in particolar modo abramitica – un intralcio lungo la strada che conduce alla totale autoaffermazione del popolo lombardo. Alla luce di ciò lo spirito assume i tratti della manifestazione storica e culturale di una civiltà nazionale, romanticamente “invisibile” ma razionalmente tangibile nella concretezza etno-razziale.
