Uomo

In una società armoniosa, equilibrata e ordinata la guida comunitaria viene riposta nelle mani dell’uomo, che conferisce alla collettività uno schietto aspetto patriarcale, e virile. Nel rispetto degli innati ruoli di maschile e femminile sta il segreto del benessere sociale e civile di un popolo, di una nazione, poiché venir meno a quanto predisposto dalla natura, e difeso e custodito dalla tradizione, significherebbe abdicare ai salutari dettami tramandati nei secoli dai nostri padri, e giunti – per quanto annacquati – sino a noi. Certo, nell’Occidente contemporaneo il patriarcato è ormai quasi del tutto estinto, e infatti l’Europa, per tale ragione, appare drammaticamente in crisi. La sedicente emancipazione sessuale della donna, il femminismo, l’egualitarismo minano le fondamenta della comunità causando il crollo dei principi e dei valori su cui è stata edificata la gloriosa e millenaria civiltà europea. Il relativismo, fonte di tutte le disgrazie anti-identitarie, ha pervertito uomini e donne contemporanei, castrando i primi e mascolinizzando le seconde, facendo perdere di vista una verità fondamentale: uomo e donna non sono la stessa cosa, dunque non sono uguali.

Non si tratta di considerare la femmina inferiore al maschio, calpestandone la dignità, si tratta di comprendere come maschio e femmina siano diversi e complementari, e pensarla in maniera differente significa sputare sulla natura, sulla tradizione e sull’eredità indoeuropea dei nostri padri. La biologia, l’antropologia e la psicologia ci dicono chiaramente che l’uomo sia predisposto a cose per cui la donna non è affatto portata, e viceversa, e ignorare ciò equivale a sovvertire l’ordine naturale delle cose, trascinando inevitabilmente nella polvere la già indebolita comunità europide. A fronte di un sud del mondo prolifico, aggressivo e integralmente patriarcale, ecco che gli europei (segnatamente nordici e occidentali) calano le brache di fronte al progressismo, mettendo la gonna agli uomini e i pantaloni alle donne, cioè invertendo i ruoli benedetti dalle normali inclinazioni. Una società razionale è una società, combaciante col concetto di comunità, in cui il potere è amministrato dall’uomo, e in cui la donna aderisce ai modelli vincenti del patriarcato. Ciò vuol forse dire rinchiudere le donne in casa a spadellare e scodellare pargoli, alla semitica? Nient’affatto: vuol dire valorizzare al meglio la vocazione virile e quella muliebre, raggiungendo una pacificazione necessaria per il bene della patria.