Universo

Un tempo, sulla scorta della religione cattolica che pretendeva di piegare l’intera società europea a uso e consumo dell’oscurantismo, si pensava che la terra fosse al centro dell’universo, ivi collocata da Dio, e che l’uomo fosse il signore indiscusso della stessa e del cosmo. Un pianeta, attorno a cui ruotava il sole (sostenevano in nome della Bibbia), e una galassia modellati a immagine e somiglianza dell’essere umano, riflesso del Padreterno, dove l’umanità rappresentasse la dimensione fondamentale e precipua di tutto il “creato”. La secolarizzazione ha eliminato dalla vita civile tutte queste balle, confinandole alle sagrestie, grazie anche all’innovazione scientifica e tecnologica che ha ridimensionato la portata del cristianesimo e dei suoi fratelli abramitici, elevando la razionalità a misura del rapporto fra uomo e universo. Non si vuol qui affermare che le rivoluzioni intellettuali abbiano sortito soltanto effetti positivi, anzi; sappiamo tutti benissimo come sviluppo e (sedicente) progresso cagionino anche alienazione, spersonalizzazione e dittatura scientista. Ma, nel III millennio era volgare, è ormai assodato che la ragione sia la guida dell’uomo, e che il metodo galileiano abbia cambiato, prevalentemente in meglio, le nostre vite.

Nell’ottica lombardista, il pensiero razionale è fondamentale, soprattutto se confrontato col ciarpame metafisico. Il globo è un pianeta finito dalle dimensioni finite, al pari degli altri corpi celesti del sistema solare, e lo stesso universo non è certamente infinito. Non vi è alcun disegno divino o soprannaturale dietro il cosmo, e tutto è il frutto del caso e del caos. Le nostre conoscenze sono ovviamente limitate, e la scienza, per sua stessa definizione, non ha certezze assolute, mettendosi sempre in discussione e sviluppando una visuale che passi necessariamente per l’esperimento e il vaglio accurato degli elementi naturali in nostro possesso. È, ad ogni modo, chiaro che l’esistenza umana, e animale, non obbedisca ad alcunché di trascendente, e che l’evoluzione sia un normale processo di adattamento all’ambiente circostante, per fini riproduttivi e di sopravvivenza. La visione del mondo ideale è quella dettata dalla ragione, specie-specifica dell’uomo, e dopo i colpi mortali inferti alle religioni – soprattutto fanatiche – dall’avvento del moderno metodo scientifico è davvero il caso di concepire universo, terra e vita su di essa come qualcosa di assolutamente naturale, slegato da ogni fola irrazionale e mitologica.

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