Il concetto di Gallo-Teutonia

All’epoca del Movimento Nazionalista Lombardo, io e Roncari teorizzammo una sorta di spazio macro-nazionale centroeuropeo, che comprendesse anche la Grande Lombardia (e cioè l’intera Padania): la cosiddetta Gallo-Teutonia, sovrapposizione dell’elemento germanico a quello celtico. Col senno di poi, una soluzione un tantino nordicista (tecnicamente la Cisalpina non è Europa centrale, pur avendo solidi legami col mondo mitteleuropeo e transalpino), eppure, se ci pensiamo, la storia della nostra terra ci parla di un popolo inserito appieno nel cuore dell’Europa, parte integrante della sua civiltà e motore economico del continente. Nonostante la romanizzazione prima e l’italianizzazione poi ci abbiano trascinato verso il Mediterraneo, è chiaro che l’ambito padano-alpino abbia sempre gravitato attorno al fulcro europeo, fungendo da anello di congiunzione fra centro e sud.

La Padania è la periferia meridionale del concetto plurisecolare di Europa centrale, anche perché spesso il Triveneto viene considerato, a ragione, area profondamente influenzata da componenti germaniche, alpine, slave. Globalmente, la nazione lombarda appartiene all’ambito europeo centromeridionale, ma come dicevo sopra con solidi legami che la uniscono storicamente al cuore celto-germanico della famiglia continentale. La Lombardia storica è stata Gallia Cisalpina, Regno longobardo e franco, Impero carolingio e Sacro Romano Impero, sino al Lombardo-Veneto e ai territori “irredenti” dell’Austria-Ungheria; mostra dunque secoli di vicissitudini intrecciate con quelle dei popoli transalpini, il che ha avuto un chiaro impatto etnico, culturale, spirituale, socioeconomico e civile sulle nostre genti.

Ancor oggi, la regione geografica più ricca, sviluppata, fiorente, virtuosa e laboriosa dell’Italia politica è il “nord”, che fa degnamente parte dello spazio storico carolingio (il cosiddetto asse lotaringico), delle zone più attive e avanzate d’Europa e del cuore industriale del nostro continente. Vale la pena ricordare la famosa Banana blu, che ricalca la direttrice franco-lotaringica e unisce il centrosud inglese alla valle del Po, passando per il mondo gallico transalpino e teutonico. Le principali aree urbane e industriali europee comprendono così la dimensione “carolingia”, cui la Lombardia compete dal Medioevo, arrivando a lambire Catalogna, Scozia, Scandinavia, Mitteleuropa e Toscana-Corsica.

Esiste anche la cintura solare, o Banana dorata, regione economica costiera del Mediterraneo nordoccidentale che collega Catalogna, Occitania, Liguria e che rappresenta il fulcro dello sviluppo mediterraneo, grazie al buon grado di industrializzazione raggiunto. La continuità culturale, civile e socioeconomica di questo distretto statistico dimostra che pure le aree meridionali della Padania seguono traiettorie occidentali, piuttosto che sfumare in direzione tosco-mediana, dunque italiana, segno che anche a livello etnico (e antropogenetico) la vera fratellanza dei cisalpini si concretizza con le nazioni dell’Europa centro-occidenale.

Certo, i granlombardi non sono un popolo etnicamente celto-germanico come possono esserlo nella Francia settentrionale, in Alsazia, nelle Fiandre o nella Germania occidentale e in Inghilterra; i granlombardi hanno, eziandio geneticamente, un importante elemento celtico e preromano, diluito dalla romanizzazione di taglio greco-italico e ringalluzzito da un 20% di geni nordeuropei recati a sud delle Alpi dai Longobardi, fondamentalmente, e salvo le aree settentrionali estreme, alpine, ricadono nello stesso novero antropologico ed etnico dell’area franco-iberica, con nessi balcanici. La craniologia ci parla di un indice cefalico cisalpino molto prossimo ad Alpi, Europa centrale e Balcani, ma la genetica, nel complesso, spinge in direzione occidentale. Sicuramente sottostimato l’apporto mediterranide (occidentale) e soprattutto atlanto-mediterranide, che collega specialmente l’ovest padano alle aree meridionali della Francia, alla penisola iberica e a Corsica e Toscana.