Febbraio – Februarius

Febris/Februa

Il mese di febbraio (Februarius), secondo e più corto mese dell’anno, è dedicato alla dea romana Febris (Febbre), associata alla guarigione dalla malaria e alla purificazione in genere (grazie alla sua derivazione dal dio etrusco Februus), che veniva celebrata nei primi giorni del mese. In latino februare significa propriamente ‘purificare’, e ‘febbre’ risale dunque al medesimo significato; il februum era, altresì, uno strumento purificatorio atto alla lustrazione del popolo, proprio nel periodo di febbraio. I cristiani hanno rimpiazzato la celebrazione della dea romana con la Candelora del 2 febbraio, anche per spazzare via la ricorrenza celtica di Imbolc, che segna il passaggio da inverno a primavera e il ritorno della luce. Il concetto di purificazione e di luce incarnato dal Cristo ha così parassitato (come al solito) i culti tradizionali, e nello specifico la purificazione della febbre e la luminosità della primavera, due temi che del resto sono interrelati e collegano la religiosità italica a quella celtica nei riti propiziatori per la fertilità della terra. Le candele cristiane ricordano le fiaccole portate in processione dalle donne romane durante i Lupercalia del 14 febbraio. Tale periodo, nell’antico calendario romano, era praticamente l’ultimo mese dell’anno, essendo marzo il primo, ed era associato, in virtù della sua posizione nel calendario, alla chiusura e alla morte; non a caso in febbraio si celebravano i Parentalia, in onore dei defunti della famiglia (i Mani), e i Terminalia, festività dedicate all’arcaico Termine, protettore dei confini e delle proprietà (confini anche metaforici, dell’anno in corso). Il mese inizia con il sole nel segno astrologico dell’Acquario, e si conclude, dal 20, con il suo ingresso nel segno dei Pesci.

Il periodo tra gennaio e febbraio è denso di rimandi sacrali e celebra, con ritualità antichissime, l’auspicata fine dell’inverno e il graduale inizio della primavera. I fuochi, le pire, i fantocci arsi, il baccano dei fanciulli per scacciare l’inverno, la merla del folclore cisalpino che cerca di eludere i rigori della stagione fredda, la celtica ricorrenza di Imbolc che è culmine dell’inverno cadendo nel punto mediano tra solstizio d’inverno ed equinozio di primavera (2-4 febbraio), la celebrazione della luce e dell’arrivo della primavera e dunque la Candelora, festa della purificazione della Vergine Maria (e della presentazione di Gesù al tempio) che sostituisce quella di Giunone (ossia della dea Iunio Februata, la dea Februa/Febris)… Tutti quanti riti connessi all’arcaica vita agreste dei nostri antenati, come la stessa celtica Imbolc ricorda, con i rimandi agli agnelli che vengono alla luce e alla produzione di latticini ovini, fondamentali per il sostentamento dei più deboli della comunità, tra cui bambini e anziani. I medesimi Lupercalia del 13-15 febbraio (sostituiti da San Valentino il 14 di febbraio, data in cui si ricordava inizialmente la Candelora, tra l’altro) sono un po’ il culmine di queste ritualità purificatorie. Il 7 di febbraio era invece, tradizionalmente secondo il calendario agricolo romano, l’inizio rustico della primavera poiché il favonio cominciava a spirare favorevolmente, ed era ora, dunque, di preparare i terreni; si diserbavano i campi di grano, i vigneti venivano coltivati e le vecchie canne venivano bruciate, ulivi e alberi da frutto potati, prati e coltivi venivano purgati, intrecciando così strettamente le ricorrenze religiose coi ritmi agresti scanditi dal lavoro dei coloni. La divinità tutelare preposta al mese di febbraio pare fosse Nettuno, ma sarebbe più indicata Minerva, in quanto dea delle arti utili, della sapienza e della scienza medica, e dunque dea guaritrice e purificatrice.

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