17 marzo: la (vera) festa del papà

Liber Pater

Il 19 di marzo si celebra la festa convenzionale del papà, intitolata a San Giuseppe, padre putativo di Gesù Nazareno. In realtà, tale ricorrenza, risente profondamente dei Liberali romani in onore di Liber Pater, dio italico della fecondità agreste e maschile e del vino (un sostituto “edulcorato” di Bacco), Liberali che si tenevano il giorno 17 di marzo. Facile intuire, dunque, la consueta usurpazione cattolica, che colloca la celebrazione di San Giuseppe a pochissima distanza temporale da quella di Libero, cristianizzando la festa del papà che affonda le sue radici in una festività pagana. Il legame tra il 17 di marzo e il 19 è limpido, e tra l’altro, coi Liberalia, gli adolescenti romani diventavano simbolicamente adulti indossando la toga virile. Liber è dunque un dio agreste, andato a rimpiazzare i culti di Bacco che il senato romano aveva soppresso, per via della loro sfrenatezza orgiastica, ma conserva i tratti del dio del piacere, dell’ebbrezza e dei vizi.

Compagna di Libero è Libera, che presiedeva alle ragazze come il consorte ai ragazzi, e anch’essa veniva festeggiata il 17 marzo; questa coppia divina incarnava anche gli attributi sessuali maschili e femminili, e quindi la fecondità dell’uomo e della donna, ma pure la fecondità dei campi, che in quel giorno riposavano. Il vino (e la viticoltura), come nei baccanali, è al centro della celebrazione, e Liber ne è il protettore, colui sotto cui si gusta in primavera il vino novello. I Liberali avevano una forte connotazione agreste e rurale, venivano in origine celebrati in campagna, ed erano caratterizzati da libagioni, scherzi, maschere, grossolanità e volgarità festose; si cantavano inni a Libero offrendogli sacrifici ed esaltando la sua valenza virile, nonché la sua forza fecondativa. Ma Liber Pater, come illustra il suo nome, era anche il dio della libertà e dei diritti del popolo, in contrapposizione alla condizione servile e al potere oppressivo, patrono della plebe che si libera estaticamente (mediante il vino). I Liberalia si tenevano a ridosso dell’equinozio di primavera, in quanto feste del risveglio primaverile e del rinnovato ciclo di fertilità agricolo.

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