Aprile – Aprilis

Venere/Afrodite

Il mese di aprile (Aprilis), secondo mese dell’anno nell’antico calendario romano (successivamente il quarto dopo marzo), è dedicato ad Apro/Afrodite, dunque a Venere, dea romana dell’amore, della bellezza, della fertilità, della femminilità e considerata antenata del popolo romano in quanto madre del leggendario Enea e del figlio Iulo (capostipite della gens Iulia dei Cesari). Aprus, da cui il nome del mese, era la dea etrusco-romana dei giardini, e aveva il compito di vegliare sull’apertura delle corolle dei fiori; secondo un’altra interpretazione il suo teonimo ha a a che fare con quello greco di Afrodite, il cui etimo sembra riferirsi al greco aphrós ‘spuma del mare’ (essendo lei nata nel mare). La dea greca dell’amore era anche divinità tutelare della primavera. I fiori che sbocciano sono sicuramente un simbolo di aprile e, anche se forse non esiste una connessione, il latino aperire ‘aprire’,  offre una soluzione etimologica efficace, quantomeno a livello simbolico. Il mese in questione era assai ricco di attività agresti, e ricopriva dunque un ruolo fondamentale nella vita rurale dei contadini; non dimentichiamoci che aprile è anche il periodo del Natale di Roma, celebrato il 21, in un giorno che, tra l’altro, era inizialmente una festa pastorale.

Se marzo rappresenta un tempo dalla connotazione maschile, per via di Marte, aprile ha connotazione femminile, o ambigua, per via di Venere, e non a caso si apriva con i Veneralia in onore della dea (una dea che apre i cuori, Verticordia). Tra le attività rustiche antiche si ricorda la purificazione degli ovini, mediante lustratio delle pecore (l’agnello pasquale, prima che al cristianesimo, si riferisce ad antiche usanze pastorali ed alimentari indoeuropee), il taglio dei salici, la recinzione dei prati, la rottura del terreno, la piantumazione e la potatura degli ulivi, il diserbo delle messi. Il mese, secondo il calendario rurale, si apriva con la celebrazione della vita bucolica e si chiudeva con quella del vino e della fertilità dei raccolti, invocata per il tramite di Cerere. Maggio inaugurava, invece, le festività connesse alla fioritura di piante ed alberi, in onore di Flora. Aprile si apre con il sole nel segno dell’Ariete, e termina con il suo ingresso in quello del Toro (dal 21 del mese). Il primo di aprile, oltretutto, oggi ricordato come pesce d’aprile, affonda le sue radici negli Hilaria dell’antica Roma (25 marzo) dedicati alla Magna Mater Cibele e alla resurrezione del figlio Attis, in corrispondenza dell’equinozio e dunque del gioioso periodo di luce che diventa più lungo di quello del buio.