
Il 25 di aprile ricorre San Marco evangelista, patrono del Veneto e delle Venezie, protettore dell’omonima Repubblica Serenissima. Ancor oggi è forte l’attaccamento dei veneti al loro santo patrono, probabilmente perché gli ricorda i fasti di una repubblica plurisecolare durata dal 697 al 1797, ben 1.100 anni. Un’entità politica nota per il suo buongoverno e per la concessione di larghe autonomie ai popoli ad essa soggetti, come, ad esempio, i bergamaschi, parte dei domini marciani dal 1428 al 1797. Venezia non fu un potentato propriamente etnico, per così dire, perché piuttosto incentrato su commerci, traffici marittimi, borghesia mercantile, patriziato cittadino (da cui i dogi), presenza nel Mediterraneo orientale, echi bizantini; ciò nonostante contribuì grandemente alla formazione di una coscienza etnoculturale veneta (pensiamo alla lingua e alle manifestazioni folcloristiche), ed il Leone alato è un simbolo assai potente di questa feconda identità storica. Un’identità che, tra l’altro, spesso coinvolge anche territori non veneti, come la Bergamasca o il Bresciano, o il Friuli e Trento e il Trentino venetofono, per non dimenticare terre un tempo venete come Istria e Dalmazia.
Da bergamasco non posso che ricordare questo giorno non come festa patriottica, ovviamente, non essendo Bergamo un territorio veneto, ma come ricorrenza storica che riporta alla memoria gli iniziali benefici derivanti da un governo serenissimo tendenzialmente rispettoso di culture, autonomie, diritti, che seppe dimostrarsi saggio ed efficace in momenti di grave crisi come la pestilenza del 1630 (che invece devastò letteralmente il Milanese), e che seppe fronteggiare con valore vittorioso le minacce ottomane verso la Cisalpina e l’Europa. Grazie a Venezia, nel Bergamasco vi fu un grande rigoglio artistico e culturale, e come non menzionare qui il Rinascimento orobico e bresciano, la testimonianza artistica di Lorenzo Lotto, la costruzione delle Mura venete (divenute patrimonio Unesco) e la fioritura della Commedia dell’Arte… Bergamo fu premiata per la sua fedeltà e la sua posizione strategica di baluardo occidentale di terraferma, contrapposto ad un territorio milanese-insubrico che da Visconti e Sforza passò, purtroppo, di dominatore straniero in dominatore straniero, mentre Venezia si confermava repubblica indipendente più longeva della storia. Viva San Marco, dunque, ma senza perdere di vista il fatto che la Lombardia orientale contemporanea non è veneta, e che, anzi, sono le stesse Venezie a far parte della nazione lombarda, a livello etnico-culturale e nazionale.
