Maggio – Maius

Floralia

Il mese di maggio (Maius), terzo mese dell’anno nell’antico calendario romano (successivamente il quinto dopo aprile), prende il nome da Maia, dea della fecondità e del risveglio primaverile della natura, e madre del dio Mercurio (la cui venerazione era legata proprio al mese di maggio). Il teonimo di Maia è collegato al latino maius, maior cioè ‘più grande, maggiore’, alludendo, sicuramente, al concetto di crescita, e fors’anche al fatto che la divinità fosse la madre di Mercurio, e quindi più grande di lui a livello generazionale; ricordiamo, comunque, che maggio era mese propizio per placare le ombre inquiete dei lemures, ossia dei defunti antenati, dei maiores. Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio si tenevano i Floralia, una delle feste più licenziose dell’antica Roma, con cerimonie orgiastiche e sfrenate di tema pastorale; nello specifico, Calendimaggio (1 maggio) è giorno dedicato a Flora, dea italico-romana della primavera, dei boccioli, della rifioritura, delle piante utili all’alimentazione come i cereali. La Chiesa spazzò via queste celebrazioni con il culto (molto incentrato sui fiori e le ghirlande, vedi il rosario) della Madonna, appropriandosi, come sempre, di un bagaglio culturale di origine pagana.

La figura di Flora si incrocia con quella suddetta di Maia, mitica madre di Mercurio che dà il nome al mese di maggio, come già ricordato (e al maiale, poiché in onore di Maia veniva sacrificata una scrofa gravida ogni primo giorno di maggio), ed è anch’essa connessa alla fecondità e al risveglio primaverile della natura, e che in origine si identificava con la Bona Dea, divinità femminile dei campi (suggestivo, peraltro, come il consorte fosse il dio del fuoco Vulcano, un elemento, il fuoco, che nel passaggio tra il 30 di aprile e il primo giorno di maggio riveste un ruolo fondamentale nei rituali di origine ariana). Nei riti celebrati in onore di Flora, la donna e la sessualità assumevano un ruolo centrale e si sovrapponevano alla tematica della fecondità dei campi, dato che si pensava che stimolando la fertilità muliebre (e la sessualità umana, logicamente) con la celebrazione sacra si poteva stimolare anche quella vegetale. Ecco perché la nudità femminile era tema ricorrente dei Floralia. Una curiosità: in epoca imperiale si celebravano, soprattutto a maggio, i Rosalia (o Rosaria), festa delle rose, una commemorazione dei defunti da cui l’usanza di porre fiori sulle tombe. Facile intuire donde provenga il rosario e la dedicazione cattolica del mese in questione alla Vergine Maria… Maggio si apre con il sole nel segno del Toro, e termina con il suo ingresso in quello dei Gemelli (dal 21 del mese).

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