Abbiamo già visto come, a ben vedere, il cosiddetto gallo-italico non sia altro che lombardo in senso allargato, tenendo presente che l’accezione contemporanea di lombardofonia è alquanto ristretta, e confinata quasi esclusivamente ai territori racchiusi dagli artificiali confini regionali. La moderna Lombardia è soltanto una regione artificiale creata a tavolino da Roma, sulla falsariga della vecchia Lombardia austriaca, mentre in accezione etnica e storica comprende, quantomeno, tutta la parte occidentale della Padania, a partire dal bacino idrografico del grande fiume. Insubria, Orobia, Piemonte ed Emilia centro-occidentale, allargandosi poi a Emilia orientale, Romagna storica (inclusi San Marino e l’ager Gallicus), Lunigiana e Liguria. C’è però da dire, effettivamente, che lo statuto del ligure moderno potrebbe apparire controverso, sebbene ritenuto parte del gallo-italico. Dunque, la lombardofonia vera e propria riguarda tutti i territori menzionati, ricordando anche gli ambiti oggi al di fuori della Repubblica Italiana: il Nizzardo (perlomeno Mentone e Montecarlo, con Briga e Tenda) e la Svizzera lombarda (Sempione, Ticino e Grigioni lombardofono, con altri lembi elvetici in cui ora il gallo-italico non è più parlato, vedi Briga e Bivio).
Mi permetterei, ad ogni modo, di affermare che si potrebbe pure parlare di una lombardofonia storica che travalica i confini della Grande Lombardia occidentale, inglobando l’intero nordest, cosiddetto. Come sapete, prima che il veneziano irrompesse sul continente modificando in maniera irreversibile le parlate della Lombardia euganea, o dello stesso Trentino che fa perno sul capoluogo, esisteva un’antichissima unità di lingua tra occidente e oriente, oggi testimoniata dal fossile alpino ladino (romancio-dolomitico-friulano) che appare come versione primigenia del “padanese” teorizzato da Geoffrey Hull. Il ladino, in senso ampio, mostra schietti caratteri romanzi occidentali che il gallo-italico ha perduto, per colpa di toscano e veneziano, e rappresenta la controparte orientale della lombardofonia ovest, inscrivendosi nel novero galloromanzo. Per tale motivo, gallo-italico e retoromanzo (i citati romancio, ladino e friulano), appartengono alla sottofamiglia galloromanza allargata, con occitano e catalano, costituendone il troncone cisalpino. Da tale novero esulano veneto moderno, istrioto e l’estinto dalmatico, che per certi versi si avvicinano, soprattutto nel caso degli ultimi due, all’italo-romanzo proprio. Il veneto, forgiato sulla base del prestigio del veneziano, non è gallo-italico, dunque galloromanzo, ma viene ritenuto dai più romanzo occidentale.
