6 novembre (2013): la nascita di Grande Lombardia

I lombardisti

Il 6 (o 7) di novembre è la data astronomica intermedia fra l’equinozio d’autunno e il solstizio d’inverno, che è quanto celebravano, ad esempio, i Celti con Samonios (da cui Halloween), festività che tradizionalmente cade fra 31 ottobre e il primo di novembre. L’antica ricorrenza di Samhain è anche detta Calenda, in quanto Capodanno celtico, ed era vista dai nostri avi come il periodo dell’anno in cui il mondo dei vivi si avvicinava di più a quello dei morti, con l’apertura simbolica del portale che li mette in comunicazione. Da qui i riti apotropaici sul limitare dell’inverno, in concomitanza con una stagione dalle giornate corte, dunque buie, fredde, “morte”, in cui anche la natura e le attività agro-silvo-pastorali “riposano”. La celebrazione cristiana di santi e defunti nasce da tutto questo, e proprio per la valenza sacrale e astronomica – in chiave pagana – ricoperta dal 6 novembre io e gli altri fondatori di Grande Lombardia scegliemmo, nel 2013, di dare vita a tale movimento, nella cornice del Castello Visconteo di Pavia, l’indimenticata capitale longobarda. Il ricordo degli antenati, l’inizio dell’anno celtico, le reminiscenze gentili, lo sfondo dell’autunno lombardo e l’intima fusione tra sangue, suolo e spirito resero cotesta data ideale per raccogliere simbolicamente l’eredità del Movimento Nazionalista Lombardo, fondato il 6 maggio 2011 nell’alto Seprio varesotto. Il periodo di Beltane, festività primaverile celtica per antonomasia, si contrappone astronomicamente a Samhain, ed è non a caso il festival della luce e del fuoco.

Il 6 novembre 2013 non si celebrò il “funerale” del MNL, nato il 6 maggio 2011, ma l’inizio di una nuova esperienza lombardista estesa a tutto l’ambito granlombardo, dal Monviso al Matajur e al Nevoso, dal Gottardo al Cimone, in onore delle radici celto-germaniche e romanze occidentali di tutti i cisalpini, che dal Medioevo vennero globalmente chiamati lombardi. Certo, il fulcro etnico (teorizzato dalla prima associazione) rimane il “nordovest” padano-alpino, ma la Grande Lombardia è l’erede, la continuazione, dell’antico Regno longobardo, da cui lo stesso etnonimo lombardo. Se la data mediana tra equinozio di primavera e solstizio d’estate segnò la nascita ufficiale del lombardesimo militante, nel tripudio di luce di Beltane/Calendimaggio, quella mediana tra equinozio d’autunno e solstizio d’inverno, tempo di intima riflessione, accompagnò il sorgere di una visione di più ampio respiro, infine approdata nella nascita di Nazione Lombarda, il 23 dicembre dello scorso anno. Nel segno della continuità con MNL e GL, rimarcando il carattere nazionale e unitario della nostra unica patria. A ben vedere, se i Longobardi fossero riusciti a sgominare il mortale nemico pontificio avrebbero trasformato in Lombardia tutta l’Italia romana, così come i Franchi trasformarono in Francia la Gallia Transalpina. Ma come la Francia primeva è fondamentalmente il centronord dell’attuale RF, così la (Grande) Lombardia è il settentrione della RI, e la difesa dell’identità etnoculturale di un popolo che si fa nazione va attuata a tutto tondo, essendo sempre legittima e doverosa. Sebbene per un settennio (2014-2021) abbia riconsiderato l’Italia a guisa di (fumosa) civiltà storica, sono sempre rimasto lombardista, sino a riabbracciare le origini tra estate e autunno di 4 anni fa.

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