10) Religione

Piena libertà di professione di fede religiosa, purché il culto praticato non rappresenti una minaccia alla sicurezza e alla stabilità della nazione. Questo vale anche per i molti che si credono atei, salvo venerare il feticcio del progresso e prostrarsi di fronte al dogma dell’universalismo, rivelandosi ben peggiori di qualsivoglia bigotto. Riteniamo, ad ogni modo, che debba essere il popolo lombardo stesso a scegliersi una propria via spirituale, con la possibilità, naturalmente, di optare individualmente per agnosticismo o ateismo (a patto che quest’ultimo non diventi il fanatismo liberal e scientista che troppe volte è); il credo scelto, comunque sia, deve essere compatibile con il percorso di autodeterminazione che conduce all’indipendenza e all’etnostato, poiché la religione non deve mettere i bastoni fra le ruote alla politica e all’ideologia. Pensiamo che le questioni religiose e spirituali siano secondarie, essendo la nostra priorità la realizzazione etnica e nazionale della Grande Lombardia. Tuttavia, non assecondiamo certi deliri empi, soprattutto anticristiani, perché finiscono per fare il gioco del demone mondialista.

Per motivi storici e culturali, uno speciale riconoscimento va al cattolicesimo apostolico di rito latino (romano e, soprattutto, ambrosiano), senza disdegnare l’ipotesi di una Chiesa nazionale lombarda che la faccia finita con la Roma contemporanea, fagocitata dalle derive scatenate dal Concilio Vaticano II. Alla luce di ciò, nessun rapporto col papa e il Vaticano, fintanto che laggiù non disconoscano lo sciagurato prodotto del duo orobico-bresciano Roncalli-Montini. È interessante ricordare come il rito ambrosiano, un tempo molto più esteso, in ambito padano, di quanto lo sia oggi (arcidiocesi di Milano), sia espressione del cristianesimo latino occidentale di forte sostrato gallico, accomunato in questo al rito ispano-gallicano e, dunque, alla più ampia liturgia di origine celtica, diffusa in quei territori che mostrano una forte eredità spirituale di tale tipo. La futura Repubblica Lombarda potrebbe anche riconoscere ufficialmente il cattolicesimo ambrosiano come religione nazionale, tollerando – per ragioni identitarie – la rinascenza gentile indigena di marca preromana, gallo-romana e germanica. Messa al bando, invece, di tutti gli altri culti, soprattutto se ampiamente praticati da allogeni, assieme a tutta la paccottiglia new age.

3 pensieri riguardo “10) Religione

    1. Il rito di Vercelli sarebbe il rito eusebiano? Quello patriarchino immagino si riferisca a Como. Sarei per il solo rito ambrosiano, affinché la Grande Lombardia venga unificata anche spiritualmente (in senso cattolico). Poi, come dicevo, vi è anche la parte gentile.

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