Lombardesimo e giudaismo

Se il lombardesimo assume un atteggiamento di critica e di condanna nei confronti del cristianesimo, anche cattolico, a maggior ragione prenderà le distanze con perentorietà dal giudaismo, tanto come espressione etnoculturale del popolo ebraico quanto come manifestazione religiosa, storica, dello stesso. Esiste infatti, teoricamente, una distinzione tra giudaismo ed ebraismo: se il primo riguarda la caratterizzazione etnoantropologica delle genti giudaiche, il secondo concerne cultura e soprattutto religiosità ebraiche, talché ‘giudeo’ è il vero e proprio etnonimo degli israeliti. Un etnonimo che ha anche valenza genetica, poiché i giudei, per quanto dispersi e raccogliticci, rappresentano una popolazione eterogenea ma dalla comune matrice semitica.

Come il cristianesimo, il giudaismo – e l’ebraismo – incarnano un corpo estraneo, in Europa e in Lombardia. L’origine levantina, mediorientale, degli ebrei li pone al di fuori del contesto europeo primigenio, soprattutto poiché giudaismo ed ebraismo si sovrappongono, ed è dunque difficile trovare dei convertiti gentili (in senso europide). L’ebraismo è una religione profondamente legata all’etnia giudaica per quanto, effettivamente, esistano delle eccezioni: si considerino, ad esempio, i falascia, gli ebrei etiopi, o su di un piano storico, i Cazari dell’Eurasia centrale. Ma, di norma, giudei ed ebrei sono la stessa cosa, sebbene nel tempo la diaspora abbia disperso i giudei primevi in svariate contrade del globo.

Avremo così, per ricordare i principali, gli aschenaziti, gli ebrei dell’Europa centro-orientale; i sefarditi, gli ebrei del Mediterraneo; i mizrahì, gli ebrei autoctoni del Medio Oriente; gli italkim, gli ebrei italiani; i romanioti, gli ebrei greci, e una galassia di altri raggruppamenti che rientrano più o meno nelle categorie principali. Ad esempio, i mizrahì, comprendono tutti gli ebrei dell’Asia sudoccidentale. I già citati falascia sono di religione ebraica ma di etnia etiope e costituiscono, infatti, la carne da cannone dell’esercito israeliano. Il noto razzismo ebraico non si limita agli “infedeli”. Nella maggior parte dei casi il concetto di giudeo ed ebreo coincide, nonostante che la dispersione abbia contribuito alla diversificazione dei ceppi, pertanto l’originale matrice semitica viene per lo più conservata.

Il lombardesimo ritiene l’ebraismo estraneo all’Europa e alla Lombardia, proprio come il cristianesimo, e l’islam. È un prodotto culturale mediorientale, rappresentato da genti levantine, e non può quindi conciliarsi con le nostre vere radici. Questo anche perché l’ebraismo, espressione religiosa e culturale del giudaismo, viene praticato da allogeni che mantengono un legame tenace tra etnia e religione. L’ebraismo è certamente meno universalista del cristianesimo, o dell’islam, e porta avanti, come è risaputo, una tradizione matrilineare che incarna l’identità ebraica in senso stretto. Noi sappiamo che queste, comunque sia, sono futilità religiose, poiché uno è ebreo/giudeo se ha sangue israelitico, paterno o materno che sia.

C’è da dire, peraltro, che per quanto gli ebrei siano ossessionati dal sangue, la diaspora li ha resi un popolo rimescolato, sparso in tutto il globo, e possono infatti contare anche su popoli convertiti extraeuropei, come gli stessi falascia. Un fenomeno che, storicamente, ha riguardato pure l’Europa orientale – si pensi ai subbotnik russi – tanto che in Israele il russo è una lingua molto parlata, grazie alla massiccia immigrazione, non solo giudaica, da Paesi dell’ex Unione Sovietica. Seppur, quindi, i giudei conservino una comune origine mediorientale, appaiono oggi suddivisi in diversi rami, come dimostrano anche antropologia e genetica.

La religione ebraica moderna, oltretutto, è cosa ben diversa dall’ebraismo della Bibbia, e dei tempi di Cristo. Si tratta infatti di una creazione medievale, conseguenza dello sviluppo del cristianesimo, che a suo modo è divenuto il “vero” ebraismo, il “vero” Israele. Il cristianesimo, stando a ciò che afferma la Chiesa, è la naturale continuazione del mosaismo, pertanto l’ebraismo odierno è soltanto una versione rattrappita di quello primigenio, confluito nella religione di Gesù di Nazareth. D’altra parte, di ebrei, oggi, ne esistono una ventina di milioni, mentre di cristiani circa 2 miliardi e mezzo.

Il dio degli ebrei è lo stesso dio dei cristiani e dei musulmani, talché cristianesimo e islam sono eresie dell’antico giudaismo (che a sua volta ha assorbito elementi da altre culture mediorientali, vedi antico Egitto). Il lombardesimo critica ferocemente il monoteismo abramitico poiché, dopotutto, alieno alla più intima essenza europea, che è certamente gentile. E il monoteismo abramitico è a suo modo un’anticipazione di mondialismo e cosmopolitismo, per via della scellerata vocazione universalista; l’ebraismo primigenio aveva nel proprio ADN tale slancio, ancorché solidamente ancorato all’etnia giudaica (il “popolo eletto”), concretizzatosi poi appieno col cristianesimo, che si ritiene il vero e nuovo Israele.

Perciò il cristianesimo è sottoprodotto giudaico, frutto di giudei e intriso di cultura giudaica, esportato da giudei e professante un credo incentrato sul dio giudaico, per quanto riproposto in modalità trinitaria. Senza ebrei non sarebbe esistito il cristianesimo, anche perché la missione (storica?) di Gesù di Nazareth non si è svolta presso Celti o Vichinghi, ed egli stesso è stato educato secondo i principi religiosi e culturali israelitici. Ebraismo, cristianesimo e islam sono prodotti della medesima temperie geografica, culturale ed etnica, incarnazione della tenebrosa religiosità semitica fatta di peccato, rinuncia di sé, mortificazioni, castighi, morte e inferni. E badate che il salutare ethos patriarcale non è invenzione ed esclusiva mediorientale, checché ne pensino i bigotti monoteisti, perché praticato anche dagli Indoeuropei, per di più declinato in versione schiettamente solare e uranica.

Quindi la tradizione europea è figlia del mondo ariano, e non ci servono le religioni abramitiche per difendere un’etica plasmata in antico dalle popolazioni indoeuropee, di cui siamo gli eredi, anche spiritualmente (con buona pace di chi farnetica di radici giudaico-cristiane d’Europa, di fratelli maggiori e di spiritualità semitica). Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Cristo e Maometto sono immigrati, nel contesto europeo, e vanno rispediti al mittente, nella consapevolezza di come gli elementi apparentemente seducenti del cristianesimo, segnatamente cattolico, non siano altro che reminiscenze pagane, parassitate dalla Chiesa di Roma. E se ci opponiamo al credo in Cristo, ci opponiamo alla sua originaria fonte, l’ebraismo, antico o moderno che sia.

Per concludere, una riflessione sull’entità sionista, Israele, comunque già sviluppata in scritti precedenti. Uno stato, certo, etnonazionalista, ma fondato sul giudaismo e sulla religione ebraica, e proprio per questo del tutto estraneo nei riguardi dei principi völkisch europei. Non siamo contrari alla presenza ebraica in Medio Oriente, anzi, tutti gli ebrei dovrebbero fare ritorno alla terra dei propri padri, ma chiaramente non abbiamo alcuna simpatia nei confronti degli occupanti politico-militari della Palestina, e non per delle pregiudiziali antisemite. La terra palestinese è provincia siriana, e alla Siria deve ritornare, smantellando Israele ma lasciando le genti giudaiche al loro posto. Il lombardesimo, infatti, non condanna il sionismo (anche perché non si impelaga con il terzomondismo), qualora si tratti di rimpatrio degli ebrei d’Europa nel Levante.

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