Unione Europea, negazione dell’Europa

Noi lombardisti crediamo fortemente e fermamente nel concetto di Europa, declinandolo in accezione euro-siberiana: uno sterminato impero europide, bianco, che vada dalla Galizia iberica a Vladivostok, riunendo tutte le vere nazioni del continente. Al contempo, però, siamo risolutamente contrari all’Unione Europea, che a ben vedere è la negazione della nostra gloriosa, plurimillenaria civiltà. Un’accozzaglia di stati le cui radici affondano nell’Illuminismo e nel 1789 e che si pone dunque come nemica mortale dei valori e dei principi dell’etnonazionalismo, a tutto vantaggio del mondialismo plasmato dagli Stati Uniti. Non a caso, cosa sarebbe l’Unione Europea se non una triste filiale dell’unipolarismo americano, e uno scendiletto della Nato?

In un settentrione del pianeta dominato dagli Usa ad ovest e dalla Federazione Russa ad est, ecco che la caricatura stellata dell’Europa si erge a ridicolo baluardo di pastafrolla degli ideali antifascisti, stritolato dai due giganti mondiali che incarnano, ciascuno a loro modo, propaggini del globalismo: l’America è il globalismo occidentale con tutti i suoi veleni modernisti, la Russia un mondialismo eurasiatico nostalgico dell’Unione Sovietica, del tutto privo di mordente etno-razziale. L’Ue nel mezzo, baraccone di matrice giacobino-massonica e, appunto, antifascista e antirazzista che ha sostituito la fortezza Europa, conquistata e occupata in pianta stabile, dal 1945, dagli americani. Il settore europeo orientale era invece sotto il tallone dei sovietici, e oggi è decisamente più patriottico dell’ovest, meno compromesso.

L’idea di una confederazione europea, l’Euro-Siberia, è seducente e il lombardesimo la sostiene senza indugio. Una confederazione di nazioni, di popoli, non un’unione di stati senza capo né coda, il cui collante è rappresentato dalla decadenza consumistica, capitalistica e liberal-democratica dell’Occidente a trazione statunitense. L’Unione Europea è un organismo ostile al nazionalismo etnico, al razzialismo, alla sovranità delle vere nazioni d’Europa, e infatti si edifica sul sodalizio degli stati-apparato partoriti dalla temperie ottocentesca. Degli enti completamente privi di spina dorsale etnonazionale, parodie delle realtà identitarie continentali, quelle sì meritevoli di dignità patriottica.

Francia, Germania, Italia, Spagna, Belgio, Regno Unito (un tempo), finte nazioni che ficcano nel medesimo calderone multietnico e cosmopolitico genti disparate, tiranneggiate in nome di un europeismo di cartapesta che nulla ha a che vedere con il genuino concetto di civiltà europea, figlia del mondo indoeuropeo. L’immagine di Europa che Bruxelles proietta è un’immagine distorta, malata, corrotta, viziata dal culto pel denaro, appiattita sulla linea della tecnocrazia, svuotata completamente di identità e tradizione dal demone mondialista, che aleggia sul continente bianco da quasi 80 anni. I cenci blu che garriscono nei nostri cieli sono il segno della cattività globalista degli europei, una beffa all’indirizzo delle reali radici che ci caratterizzano (o caratterizzavano, purtroppo).

E l’Unione Europea non rappresenta affatto l’Europa, e non solo perché non include ogni landa europide; l’Unione Europea è soltanto una congrega economica, monetaria, bancaria, finanziaria, mercatistica che non ha alcun bisogno di nazioni, ma di stati che siano servi, fondamentalmente, di Francia e Germania. Francia e Germania, i principali cani da guardia dello status quo, pilastri della Nato, colonie americane, culle di virulento antifascismo e progressismo. Il lombardesimo è nemico di questo europeismo degradato e degradante, degno erede del Settecento rivoluzionario, e auspica la completa rottamazione della banda del Benelux, affinché sulle sue macerie possa edificarsi il tanto agognato consorzio confederale euro-siberiano.

2 pensieri riguardo “Unione Europea, negazione dell’Europa

  1. Al di dell’unificazione del 1871, perché la Germania non dovrebbe costituire per lei uno stato unitario? Per secoli i suoi territori sono stati sottoposti al Sacro Romano Impero, dunque non vedo perché separarla.

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    1. Perché, al pari dell’Italia, unisce popoli diversificati: che c’entra uno di Stoccarda con uno di Berlino? Certo, non siamo ai livelli italiani, dove uno di Bolzano si ritrova sotto lo stesso tetto con uno di Siracusa, ma l’Europa dei popoli deve andare oltre gli stati (pseudo)nazionali.

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