Terra (pianeta)

La Terra, intesa come pianeta, è la cornice antropizzata della nostra esistenza, lo scenario naturale, certo plasmato dall’uomo, che contraddistingue le popolazioni umane, e animali. Diviene mondo grazie all’azione della cultura, della civiltà, delle nazioni, e in questo senso comporta anche ricadute negative, che sono il frutto della geopolitica, della politica internazionale, dell’alta finanza, ciò che sta a monte del cosiddetto mondialismo, e della stessa globalizzazione. Ma il pianeta, prima di essere concepito in qualità di mondo, appunto, va inquadrato come habitat naturale degli esseri viventi, e dunque come insieme di ecosistemi che garantiscono la sopravvivenza e permettono ad una specie animale di conservarsi e riprodursi. Da questo, si capisce bene quanto sia necessario, soprattutto per l’Europa, recuperare la dimensione naturale dell’uomo, contrastando inquinamento, cementificazione, devastazione e fenomeni migratori, che non fanno altro che peggiorare la situazione. Il peso insostenibile della demografia del terzo mondo, altresì, ha conseguenze nefaste per il nostro stesso continente, che a differenza del sud del globo è comunque riuscito a darsi una regolata, in termini di natalità. Fin troppo.

Non è certamente con l’ambientalismo pezzente di sinistra che si risolvono gli annosi problemi dell’Occidente, bensì con politiche etnonazionaliste ed econazionaliste mirate alla preservazione, anzitutto, dei popoli indigeni bianchi. Se si tutelano gli autoctoni, di conseguenza, si tutelerà anche l’ambiente naturale che li circonda, sebbene nelle aree metropolitane sia ormai quasi impossibile portare avanti politiche etniciste ed ambientaliste. La dittatura del progresso, ovviamente ideologizzato, ha in non cale i destini biologici e antropologici del popolo, così come l’integrità del paesaggio e della natura incontaminata, ed è soprattutto la Padania a pagare a carissimo prezzo il peso dello sviluppo ipertrofico delle medie e grandi città, sacrificando la comunità e i suoi più intimi legami territoriali sull’altare del capitalismo e dell’affarismo. Prendere coscienza delle sorti della Terra, equivale ad avere a cuore il futuro della nostra gente e dei nostri figli, ovviamente non per alimentare il circo salottiero degli sputasentenze ecologisti alla moda, ma per unire inscindibilmente la battaglia dell’autoaffermazione lombarda a quella della salvaguardia ambientale.