Stato

Lo Stato viene dopo la nazione, poiché quest’ultima giustifica e legittima il primo. Se un’entità statuale non si fonda su sangue, suolo, spirito e, dunque, sul concetto di etnia e nazione, resta un vuoto contenitore di ispirazione giacobino-massonica e apolide, proprio come nel caso italiano; una prigione di veri popoli, spediti nel tritacarne per creare un cittadino caricaturale che riunisca i tipici difetti di una parte del (finto) Paese in questione, a sud delle Alpi grazie all’opera di “acculturazione” degli ausonici. L’apparato repubblicano tricolore non incarna e rappresenta una nazione, perché è semplicemente un’espressione burocratica dell’antifascismo postbellico, intrisa delle classiche magagne sud-italiane, cioè di coloro che detengono il monopolio del pubblico e hanno invaso, occupato e colonizzato la Grande Lombardia. Va da sé che la RI sia pertanto un ente straniero in terra padano-alpina, incentrato sul mondo mediterraneo – se non levantino – cui i lombardi storici sono estranei. Per Roma non siamo altro che una colonia, poiché laggiù sono comunque consci di come l’Italia sia la penisola, sic et simpliciter, con l’aggiunta della Sicilia.

Il lombardesimo crede nel concetto di Stato, declinato in senso etnonazionale, e infatti auspica l’edificazione di un etnostato, repubblicano e presidenziale (magari blandamente federale), basato sul concetto sacrale di comunità di sangue. Lo Stato non è il male assoluto, a patto che non abbia il truce sembiante dell’Italia, e se fosse una compagine politica gestita esclusivamente da granlombardi, per i granlombardi, funzionerebbe e sarebbe efficiente e rappresentativo, nonché autorevole, senza alcun dubbio. La nostra rovina sta nella globalizzazione e, quindi, in una delle sue molteplici sfaccettature, vale a dire l’Italietta romana. Essa è pedina della Ue, degli Usa, della Nato, di Israele, dell’Onu, del Vaticano e di ogni singolo potentato finanziario sovranazionale, avvoltoi che vorrebbero tanto banchettare sulla carcassa delle vere nazioni europee. Cari lombardi, volete combattere il mondialismo? Perfetto: combattete l’italianismo e l’italianizzazione, perché il patriottismo verde-bianco-rosso è funzionale all’agenda del sistema-mondo. L’indipendentismo granlombardo è sinonimo di libertà per la nostra gente, soprattutto se mirato alla creazione di un serio Stato nazionale e sociale benedetto dall’istanza etnicista.