
Lombarditas vuole essere uno spazio virtuale che, nel suo piccolo, divenga un punto di riferimento – ideologico e culturale – per tutti coloro che hanno a cuore le sorti del territorio lombardo, nella sua accezione più ampia, storica. Il blog nasce, dunque, dal desiderio di chi scrive, Paolo Sizzi, di diffondere le proprie conoscenze in materia di lombardità, per rendere omaggio alla nostra realtà e soddisfare la curiosità identitaria, in particolar modo dei giovani compatrioti. L’autore, sulla rete dal 2006, ha negli anni divulgato materiale etnoantropologico utile ad inquadrare al meglio il contesto di cui si occupa, unendo l’impegno umanistico alla passione nazionalista, in chiave panlombarda.
L’obiettivo è di fare luce sulla nostra natura, non senza allargare lo sguardo ad una trattazione ragionata della questione italiana e di quella europea. La cultura è il campo principale in cui mi muoverò, riproponendo anche gli scritti sizziani, pubblicati in blog precedenti, che è utile preservare per via del loro valore e dello zelo e del lavoro di ricerca che hanno implicato. L’argomento scientifico va certamente trattato da un punto di vista oggettivo, a prescindere da ideologia e politica: la Lombardia è patrimonio di tutti i lombardi. Nonostante ciò la mia prospettiva non può e non deve essere neutra: la fede di Paolo nel lombardesimo, dottrina dall’Orobico plasmata, anima e permea quest’opera, così come la personale visione del mondo frutto della sensibilità nazionale e sociale, dunque comunitarista, applicata a ciò che potremmo definire etno-razionalismo.
L’intenzione è in un certo senso di avere un approccio rinnovato, multidisciplinare, proprio per dimostrare come le Lombardie abbiano un peculiare profilo, originale. La lombardità non è propaganda e, soprattutto, non è un prodotto del leghismo, e ha il diritto di esprimersi come qualsiasi altra realtà comunitaria, europea e non. La Lombardia è una grande entità etno-storica che, ovviamente, non si riduce banalmente alla regione amministrativa – italiana – del Pirellone. Cercherò di corredare gli articoli di citazioni e fonti bibliografiche o sitografiche, per fugare il dubbio che quanto scriva sia frutto della mia immaginazione, ma anche per fornire dei riferimenti a chiunque desideri approfondire. È comunque evidente che la mia originalità e innovatività sta nella rielaborazione seriamente identitaria di filoni ideologici già noti, etnonazionalismo e patriottismo cisalpino, corroborata dall’azione culturale inedita che affermi i principi naturali di sangue, suolo e spirito.
I campi che toccherò riguardano l’erudizione a tutto tondo, chiaramente senza la pretesa di essere esaustivo e di arrogarmi il diritto di detenere la verità, ergendomi a unico depositario dello scibile lombardista; parlerò di cultura in genere, di storia, geografia, linguistica, dialettologia, araldica e simbologia, onomastica (cognomastica, in particolare) e toponomastica, etnografia ma anche dei grandi classici della divulgazione del Sizzi, ossia antropologia fisica e genetica delle popolazioni. E assieme a ciò, ampio spazio a politica e metapolitica, in nome dei valori völkisch, a cui del resto si ispira il nuovo, definitivo, soggetto militante fondato da me ed altri 9 sodali: Nazione Lombarda. Il mezzo qui utilizzato è virtuale, sebbene con risvolti assai concreti, ma l’ottica è finalizzata a non vanificare gli sforzi di offrire una dissertazione equilibrata, limpida e fattuale che abbia esiti pratici i sulle conoscenze dei lettori. Mi auguro di fare cosa gradita, non solo ai miei conterranei ma a tutti gli appassionati di questi temi.
Mi rivolgo, in particolare, ai giovani, perché sono coloro nelle cui mani stanno i destini dei nostri popoli e che, spesso, mostrano l’interesse più vivo per le questioni etnoculturali. Ma non disdegno, naturalmente, la sequela delle altre fasce, anzi, più potrò raggiungere un vasto pubblico, non solo di cultori, meglio sarà, poiché il piacere di scrivere sta anche nel riuscire ad accattivarsi un bacino d’utenza allargato alle varie realtà sociali e generazionali che compongono, nello specifico, l’area considerata dall’opera sizziana. Ben venga, comunque, l’attenzione degli italofoni di ogni latitudine e, perché no, di tutti gli altri.
Quando parlo di Lombardia e lombardi, come ormai saprete, non mi riferisco prosaicamente alla Regione Lombardia, bensì a tutti i territori e comunità che, storicamente, possono dirsi lombardi/cisalpini: oltre a quelli amministrati oggi da Milano, gli etnolinguistici in senso ristretto (la regione con in più Svizzera lombarda, Novarese, VCO, Tortonese e Trentino occidentale) e in senso largo (i precedenti con le restanti terre gallo-italiche), gli etnici veri e propri (il bacino imbrifero del Po) e quelli che sono solito chiamare granlombardi comprendendoli assieme ai citati, vale a dire l’intero settentrione della Repubblica Italiana, aggiungendo contrade sotto altri domini stranieri. È noto che nel Medioevo con ‘Lombardia’ si indicasse, grossomodo, la cosiddetta “Alta Italia”.
Per quanto inquadri la Padania (termine impiegato nella sua accezione scientifica e accademica) con lo sguardo lombardista, in senso politico, svolgerò una trattazione di vasto respiro antropologico, per delineare gli elementi costitutivi, fondamentali, della lombarditas. La discettazione, che si prefigge essere razionale e attendibile, vuole assumere un taglio umanistico, a tutto vantaggio dell’ambito storico lombardo. Posso riconoscere che estendere la lombardità al Triveneto contemporaneo (o, meno, a Liguria e Romagna) appaia forse un po’ forzato, ma l’accezione medievale descriveva come Lombardie tutta quanta la Cisalpina e, nondimeno, la propaggine orientale della valle del Po è popolata da gruppi etnoculturali del tutto compatibili coi lombardi etnici, a noi affratellati.
La Padania ha, indubbiamente, tutta una serie di tratti che accomunano le sue varie genti, senza che le differenze vengano obliterate brutalmente. Oltretutto, non è certo invenzione del leghismo e del padanismo bossiani parlare di unità padano-alpina e di panlombardismo. Tuttavia, è meglio sgombrare il campo dagli equivoci, affinché la discussione venga contestualizzata al meglio, lasciandosi dunque alle spalle le fallimentari farneticazioni da pratone pontidese (con le teorie strampalate di un “nord” che includeva Toscana e Italia mediana). Spero di proporre contenuti che non si prestino a banalizzazioni e inflazioni semplicistiche, e che il lettore non parta prevenuto: vesto con fierezza la camicia plumbea, non verdognola, e il lombardesimo non può essere confuso con via Bellerio, in quanto dottrina sublimata dal sapere.
I miei campi d’indagine riguardano, anzitutto, Bergamo e il suo territorio (l’antico Bergomatum ager, che include anche l’intera Val San Martino e il Cremasco), per espandersi alla Lombardia che designo come etnica e all’intero panorama cisalpino, dando pure uno sguardo all’Italia primigenia (il centrosud con Corsica, Sicilia e isole maltesi) e al continente. Se con ovvie forzature retoriche l’italianità è, per taluni, una sorta di civiltà storica, indubbiamente si può parlare di famiglia europea, a patto che non si appiattisca l’idea plurimillenaria di Europa sulle contemporanee rappresentazioni burocratiche. Vale anche, a maggior ragione, per l’Italia, che per il sottoscritto resta, ad ogni modo, un qualcosa di totalmente estraneo e artificiale, qualora accostato alla nostra dimensione etnonazionale.
Ciò che occorre definire da subito è la valenza dei termini ‘etnia’ e ‘nazione’. Se per ‘etnia’ intendiamo “Aggruppamento umano basato sulla comunità di caratteri somatici, culturali, linguistici [dal greco éthnos ‘popolo’]” e per ‘nazione’ “Unità etnica cosciente di una propria peculiarità ed autonomia culturale”, ma anche “Gente” e “Origine, nascita, con riferimento alla famiglia o alla patria [dal latino natio -onis]” (le definizioni sono tratte dal Devoto-Oli), direi che possiamo riferirci, nei sensi indicati, alla realtà cisalpina, ovvero lombarda, indipendentemente dall’esistenza di auspicabili enti politici unitari. I lombardi sono un’etnia, come lo sono i veneti, i toscani, i sardi o gli ausonici, e la Lombardia storica è a suo modo un Paese, per quanto dormiente, al pari dell’Italia peninsulare e della stessa Sardegna, segnatamente nella sua porzione occidentale. L’associazione politico-culturale Nazione Lombarda, che si prefigge l’affrancamento del sentimento identitario granlombardo, nasce dal presupposto scientifico che l’etnogenesi nostrana si fondi sui criteri di epos, ethos, logos, genos e topos: noi siamo etnia e nazione.
Capiamoci, bisogna avere coscienza di costituire un gruppo etnico e una famiglia nazionale, e questo nei granlombardi attualmente latita, non possiamo certo nasconderlo. Non possiamo però nascondere nemmeno il fatto che l’attuale Lombardia sia un moncone artificiale della Lombardia storica, per quanto centrale, e che la designazione di ‘lombardi’ riguardi i popoli alpino-padani in genere. Il dibattito culturale e scientifico non deve dipingere con tinte troppo soggettive la questione circa l’esistenza e la bontà dell’idea di comunità di popolo subalpina (perché, è ovvio, nella quotidianità il panlombardismo è un fenomeno di nicchia), ma non è possibile sorvolare su tutti quei tratti antropologici, culturali e storici che ci inducono a parlare di Lombardie unitarie, dal Monviso al Nevoso, dal Gottardo al Cimone.
La Lombardia esiste e, al di là delle personali convinzioni di Paolo Sizzi, ha una portata ben diversa dalla contemporanea. Riscoprire le radici e gli elementi fondanti della fisionomia etnoculturale e storica è un nobile esercizio, senza valenze necessariamente propagandistiche. D’altro canto, non si può ignorare che il senso d’appartenenza lombardo sia oggi atrofizzato e limitato alla regione italiana e che, realisticamente, esista più un orgoglio cittadino e provinciale di retaggio comunale che un sentimento identitario comune di conio cisalpino. Da qui la scaturigine del nefasto connubio campanilismo-individualismo, che il lombardesimo contrasta, battendosi per l’autoaffermazione di tutte le nostre genti, nel segno della grande famiglia nazionale: la libertà comincia da pensiero e coscienza. E anche per questo motivo, analizzeremo la storicità del profilo lombardo in senso allargato; Lombarditas mette in luce la veridicità dell’accezione biologico-culturale padano-alpina ed esprime l’amore dello scrivente per lo scibile letterario e i valori patri, che lo ha sempre contraddistinto in tutti questi anni.
Salut Lombardia!
