L’eredità indoeuropea, patrimonio fondamentale dell’Europa

Un serio identitarismo etnico europeo non può che essere debitore del retaggio ariano, dove per ‘ariano’ intendiamo il mondo indoeuropeo, nella sua accezione biologica, anzitutto. Un discorso che vale anche per il lombardesimo, il nazionalismo etnico cisalpino che, giustamente, esalta razionalmente le radici arie dei lombardi: Celti, Romani, Longobardi, ma pure Liguri e Veneti. L’indoeuropeismo è un dovere morale per tutti noi, poiché siamo in debito coi nostri padri indoeuropei e abbiamo il diritto e l’obbligo di onorare al meglio la peculiare, inestimabile, eredità etnoculturale. Non possediamo soltanto lignaggio indoeuropeo, ma certamente gli Indoeuropei sono coloro che hanno plasmato la nostra civiltà e che, in parte, hanno contribuito al relativo patrimonio antropogenetico.

E in questo senso l’eredità ariana riguarda anche territori extraeuropei (si pensi al mondo iranico e indiano e, parzialmente, caucasico, mediorientale, centroasiatico), con cui dovremmo intrattenere rapporti amichevoli, parallelamente all’edificazione dello spazio euro-siberiano. La razza bianca, cioè europide, non potrebbe esistere senza Indoeuropei, sebbene il loro apporto vari da regione a regione europea. Come lombardi abbiamo, in termini genetici, un discreto contributo steppico (relativamente, cioè, ai pastori-guerrieri del mondo Jamna e kurganita), che si riflette parimenti nell’aspetto fisico. Siamo decisamente caratterizzati dall’elemento celto-ligure/gallico, e “italico” (lato etrusco-romano), ma non va trascurato il superstrato germanico.

E, d’altra parte, essere di lignaggio indoeuropeo comporta il possesso di un bagaglio identitario che va dalla lingua alla civiltà, dalla spiritualità all’indole, dall’identità etno-antropologica al folclore. In tutto e per tutto risentiamo profondamente del lascito ariano, che rivive in noi, sebbene distratti e spesso indifferenti rispetto al culto delle radici e delle origini. Ed è un gravissimo errore, poiché carattere e mentalità, come li abbiamo ereditati dai padri, devono contraddistinguere l’azione culturale, metapolitica e politica, soprattutto oggi, in un mondo che quotidianamente ci lancia delle sfide decisive. E vale pure per i lombardi.

Il lombardesimo è nettamente schierato dal lato dell’indoeuropeismo, grazie a cui anima le proprie battaglie ideologiche. Lo spirito celeste e solare degli Arya si riflette potentemente sull’ideologia lombardista, che si definisce comunitarista, etnicista e razzialista; e la nostra stessa identità, l’identità lombarda, fa comprendere appieno quanto la lezione del glorioso passato ario-europeo arrivi sino a noi, e vada preservata e, chiaramente, tramandata ai posteri. Ne va del nostro patrimonio etnonazionale e tradizionale che, come accennato, non potrebbe esistere senza il retaggio indoeuropeo. E allora l’indoeuropeismo non deve essere una pagliacciata o una mascherata da cialtroni, ma quella linfa vitale etnica e culturale che scorre nelle vene padano-alpine ed europee in maniera decisiva.

Credo che proprio oggi sia doveroso riscoprirsi indoeuropei, e agire di conseguenza. Come lombardi, popolo a cavaliere fra Europa centrale e Mediterraneo, abbiamo certo meno lignaggio ario rispetto ai popoli puramente continentali; nondimeno, esiste un modesto elemento – anche nordico – che ci smarca dall’Italia etnica e dalle altre lande dell’Europa genuinamente meridionale, e di cui dobbiamo andare fieri. E non per millantare fratellanze celto-germaniche con genti del Nord Europa, ma per far valere la nostra identità e la rispettiva diversità, che certamente risentono del lascito ariano e, come detto, pure nordico. Dove nordicismo e indoeuropeismo, sovente, vengono a coincidere.

Un pensiero riguardo “L’eredità indoeuropea, patrimonio fondamentale dell’Europa

  1. Post stupendo. Siamo Indoeuropei, bisogna riconoscere questo, prendere atto del nostro passato  e dello spirito e del sangue che ci legano. Bisogna far fronte comune contro ciò che minaccia le tradizioni e la spiritualità degli Indoeuropei e collaborare per rinascere. Innalziamo di nuovo i nostri simboli, facciamo rinascere le nostre tradizioni e la nostra spiritualità, riprendiamo coscienza della forza innata che è dentro di noi.

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