Genovesato, la porta della Lombardia

Quella che siamo soliti chiamare ‘Liguria’ è un territorio che, rispetto all’accezione ligure antica, appare molto ridimensionato, limitandosi all’area appenninica, ovviamente cispadana, e a quella costiera con l’immediato entroterra. In antico la Liguria comprendeva tutto il sudovest della Cisalpina e, nel Medioevo, indicava talvolta l’intero occidente padano, sulla scorta della romanità imperiale. La Liguria odierna, regione dello Stato italiano, sarebbe da chiamarsi, più correttamente, Genovesato, che è poi la terra della vecchia Repubblica di Genova. Allo stesso modo la lingua ligure odierna potrebbe tranquillamente chiamarsi genovese, proprio perché il significato contemporaneo di Liguria è qualcosa di artificiale, e parziale. L’eredità degli antichi Liguri, una popolazione fondamentalmente preindoeuropea ma con un forte superstrato ariano recato da genti assai prossime ai Celti, accomuna l’intera Padania occidentale, sebbene sia più forte nei territori “romani” dell’antica Liguria (che fu anche il nome di una regione augustea e, successivamente, dioclezianea).

Nondimeno, la Liguria è parte della Grande Lombardia, è una terra lombarda, e non solo perché nel Medioevo il capoluogo Genova era chiamato sovente, poeticamente, “porta della Lombardia”. La regione in questione riguarda delle popolazioni sorelle di quelle gallo-italiche propriamente dette (sebbene il ligure, linguisticamente, abbia tratti che lo inquadrano come idioma autonomo), legate al basso Piemonte e all’Emilia occidentale e comprendenti pure gli antichi abitatori del Nizzardo e di Montecarlo, così come della Lunigiana (e parte della Garfagnana). La lingua di Genova era, un tempo, molto più estesa ad ovest mentre, ancor oggi, travalica i confini regionali in direzione nord/nordest. Il lunense è, invece, una parlata a metà fra ligure ed emiliano, ma innestato su di un territorio fortemente ligure, in senso etnico.

Infatti, dovendo individuare una regione granlombarda ligure, per fini statistici e demografici, alla lombardista, oltre all’attuale ambito ligure al di fuori del bacino padano (alcuni lembi del Genovesato ricadono, appunto, nella Padania geografica e farebbero parte dei cantoni lombardisti a nord della Liguria costiera), prenderemmo in considerazione il Nizzardo, Montecarlo, Briga e Tenda all’estremo occidente, e la Lunigiana all’estremo oriente, tutte terre dalla storia ligure – anche in senso etnico e linguistico – che sono parte integrante della Grande Lombardia. La Liguria, diciamo convenzionale, è granlombarda, e per quanto non appartenga al dominio lombardo etnico è in tutti i sensi membro della Cisalpina. Viene spontaneo pensare al famoso, o famigerato, triangolo industriale.

Geografia continentale (non peninsulare), lingua gallo-italica (dai più ritenuta tale, pur avendo alcune peculiarità che la rendono originale), Romània occidentale, di clima costiero mediterraneo ma di aspetto parimenti montuoso, celtizzata e longobardizzata, antropologicamente padano-alpina: tutti questi elementi concorrono allo statuto granlombardo della Liguria, rendendola terra affratellata alle altre cisalpine. Etnicamente parlando le radici liguri sono liguri, scusate il giuoco di parole, con riferimento agli arcaici indigeni, celtiche (o celto-liguri; la necropoli di Ameglia ha restituito interessanti reperti gallici), gallo-romane e poi longobarde, ma deve essere esistito anche una componente etrusca, visto che Genova è di fondazione tirrenica, seppur di toponimo “lepontico”, e cioè neo-ligure, ariano.

E abbiamo poi la storia medievale, con un Genovesato alleato della Lega Lombarda e vera e propria porta della Lombardia, nel senso che Genova, anche come polo marittimo, costituiva e costituisce un imbocco in direzione della Pianura Padana, e nel Medioevo l’intera valle del Po era chiamata, giustamente, Lombardia. Il suddetto triangolo industriale, nella sciagura, ha contribuito ad irrobustire i vincoli con la capitale Milano e Torino. Non può esistere una Liguria slegata dal grosso della Padania, e per tale motivo fa parte della Grande Lombardia. Certo, ha una propria identità che per certi versi la smarca dalla Lombardia classica, ma la rivoluzione lombardista deve passare anche da e per quel territorio, sino a coinvolgere le contrade non ancora redente. Una Liguria indipendente non avrebbe alcun senso; una Liguria membro della Grande Lombardia, invece, si riconnetterebbe al proprio passato, verso un futuro di vera libertà identitaria.